Vaccino
Crema, 25 ottobre 2025
Arriva l'influenza, partite le vaccinazioni.
Il vaccino antinfluenzale è disponibile anche i farmacia dove viene somministrato su appuntamento ma, attenzione, non possono essere vaccinate le persone che si sottopongono a vaccinazione antinfluenzale per la prima volta. Questi soggetti si devono rivolgere all'ospedale.
La stagione influenzale 2025-2026 potrebbe rivelarsi impegnativa, anche se la sua effettiva gravità dipenderà da diversi fattori: l’intensità della circolazione virale, le condizioni climatiche e il livello di copertura vaccinale.
I dati sentinella provenienti dall’Australia – spesso considerata un indicatore anticipato per l’emisfero nord – mostrano un marcato incremento dei casi nella prima metà del 2025, con un +58,6% rispetto al 2024 (fine aprile) e un aumento dei ricoveri fino al +50% nelle fasi più avanzate della stagione (luglio).
Dopo aver registrato il primo caso in Italia (uomo di circa 35 anni che presentava febbre a 39°C con scarsa risposta ai farmaci da automedicazione, stanchezza severa, naso chiuso e tosse con episodi di broncospasmo), anche in Italia si teme quindi una stagione influenzale intensa.
Oltre al ceppo A(H1N1), nelle prossime settimane è attesa la circolazione del virus influenzale B (lineaggio Victoria), che potrebbe incontrare una popolazione parzialmente scoperta dal punto di vista immunitario.
Le prospettive restano ancora incerte, ma gli esperti sottolineano che l’andamento sarà fortemente influenzato dalle condizioni meteorologiche. Il recente abbassamento delle temperature, accompagnato da vento e temporali, potrebbe favorire un aumento dei casi respiratori, anche non strettamente influenzali. Si stima infatti che, tra influenza e virus simil-influenzali (adenovirus, rinovirus, parainfluenzali), il numero complessivo delle infezioni stagionali possa raggiungere centinaia di migliaia di episodi a settimana.
L’influenza vera e propria tenderà invece a manifestarsi più avanti, con l’arrivo di periodi prolungati di freddo intenso e umidità elevata, e potrebbe interessare tra il 15 e il 25% della popolazione. Si tratta di valori in linea con le stagioni più intense, come quella dello scorso anno, che ha registrato circa 15 milioni di casi complessivi.