Rivolta d’Adda, 04 agosto 2025

(Gianluca Maestri) Un artista custode dell'inclusività che, con dedizione, talento e profondo senso civico, ha scelto di mettere la propria arte al servizio della collettività.

Parliamo di Alberto Messaggi che ha trasformato un muro privato, deturpato da una scritta razzista (“Fuori gli extracomunitari” con tanto di simbolo politico accompagnatorio), in un'opera d'arte. 

È Messaggi stesso a raccontarci il suo lavoro: “In via Rampina si trovava questo muro con una scritta razzista. Io, passando dopo le camminate in riva all’Adda, avevo un certo fastidio nel continuare a vedere e sapere di quella scritta. Quindi mi sono informato su chi fossero i proprietari del muro e dopo avere avuto da loro tutti i permessi mi sono messo all’opera. Ho organizzato una squadra di parenti e amici. Il consigliere comunale di maggioranza Claudio Londoni mi è stato prezioso per recuperare le firme dei proprietari. Poi, Paolo Pavesi del colorificio Colori e Colori si è reso disponibile a regalare il materiale per la giusta causa. Vito Costa, l'imbianchino, mi ha prestato rullo e pennelli Gianluca Colombi mi ha messo a disposizione il materiale tecnico e la sua arte fotografica. E infine io ho realizzato un disegno che avevo creato per una situazione del genere”.

A nome della sua e delle altre famiglie proprietarie del muro il consigliere Londoni ha scritto sui social un encomio per Alberto. 

“In un tempo - dice Londoni - in cui parole d’odio e simboli offensivi deturpano muri e coscienze, la mano gentile ma determinata di Alberto risponde con bellezza, rispetto e consapevolezza. Dove prima c’erano scritte indecorose, insulti o segni di esclusione, oggi grazie a lui prendono vita immagini che parlano di amore, accoglienza, dialogo, speranza. Il suo impegno non è solo gesto artistico, ma atto civile, coraggiosa presa di posizione contro ogni forma di discriminazione e intolleranza. Alberto interviene là dove c'è indifferenza, dove il silenzio complice lascia spazio al degrado. E lo fa con i colori della dignità, con la forza simbolica dell’arte, capace di cancellare non solo la vernice, ma anche l’odio che l’ha generata. Le sue opere non solo riqualificano luoghi, ma ricompongono tessuti sociali, restituiscono dignità agli spazi e voce a chi crede in un mondo più giusto. Con profonda gratitudine la mia famiglia e gli altri proprietari del muro sfregiato dalla scritta razzista, riconosciamo il valore di questo gesto costante e generoso: un esempio per tutti, un invito ad agire, a non voltarsi dall’altra parte, a scegliere la bellezza come risposta al disprezzo".