Rivolta d'Adda, 11 maggio 2024
(Gianluca Maestri) Una mostra per rivivere la storia di un’istituzione, la Fondazione Asilo Infantile, che ha contribuito alla formazione di intere generazioni di rivoltani. È Racconti di Scuola, esposizione di oggetti, foto e documenti patrocinata dal comune che la Fondazione stessa ha allestito nell’atrio del palazzo comunale (con l’ausilio delle volontarie dell’Università del Ben-Essere) e che s’inaugura oggi alle 16. La si potrà visitare fino al 19 maggio negli orari di apertura al pubblico degli uffici municipali.
“È una mostra - racconta Elena Bertini, direttrice della scuola materna - che parla del tempo in cui i ragazzi andavano a scuola, del tempo che vorremmo, invano, che tornasse. Una mostra pensata come luogo dedicato alla memoria della scuola di ieri e di oggi. Per allestirla abbiamo deciso di non attingere solo all’archivio della scuola, ma di chiedere la collaborazione di tutti i cittadini (anche la parrocchia ne ha messi a disposizione) affinché ciascuno, ripercorrendone il cammino, potesse sentirsi riconosciuto e valorizzato”.
Una mostra, insomma, che permetterà ai rivoltani di riscoprire sé stessi come comunità attorno ad un’istituzione che da molti anni rappresenta un valore aggiunto nella formazione morale e civile di ciascuno di loro.
“Insieme -continua la Bertini- abbiamo scoperto che in ogni scuola si nascondono tesori di inestimabile valore. Aprire i faldoni ricoperti di polvere e sfiorare con le dita fogli sottili ingialliti dal tempo è stato come toccare la storia. Dalla prima sede, costruita con mattoni di cotto, ciotoli e calce, riscaldata con le stufe e legna e il carbone coke, a quella attuale sono tanti i cambiamenti intervenuti, sia nella scelta dell’edificio e di strutturazione degli ambienti sia nella scelta dei materiali che i bambini utilizzavano. Una storia che incrocia la strada anche della pedagogia speciale e di quel lungo cammino che dall’esclusione ha portato verso l’inclusione dei bambini con disabilità”.
L’ultima parte di questa mostra è dedicate alle persone a servizio dell’infanzia: direttrici, insegnanti, patronesse, portinaie e inservienti, in un gioco di complicità tra personale laico e religioso che arriva fino ai giorni nostri.
“A tutti gli adulti che sono stati bambini, anche se pochi se ne ricordano -conclude la direttrice- va il nostro più profondo ringraziamento per averci permesso di condividere la bellezza di un infanzia che non smette mai di stupire e appassionare”.