Crema, 25 giugno 2022

(Boris Parmigiani) Nella splendida cornice dei giardini di Villa Benvenuti, a Ombriano di Crema, sabato scorso, alle ore 16.30, ha avuto luogo la presentazione del libro Venezia e la terraferma del professor Marco Pellegrini, docente di storia moderna e rinascimentale presso l'Università degli studi di Bergamo, volto altresì noto di programmi televisivi di natura storica, in onda sul canale di Rai Storia. 

L'autore, introducendo l'argomento, ha ringraziato il pubblico per la presenza all'evento (nonostante la giornata torrida) rimarcando il legame della città di Crema con le Provincie di Bergamo e Brescia, nonché con la Serenissima, che ha lasciato in città importanti segni della sua secolare presenza. 

Mario Cassi, presidente del gruppo culturale cremasco L'Araldo ha ringraziato il presidente onorario Ferrante Benvenuti per l'ospitalità concessa, presentando Marco Carobbio, ricercatore presso l'università di Bergamo e Paolo Amighetti, anch'egli ricercatore a Brescia, entrambi collaboratori del professor Pellegrini. 

Ferrante Benvenuti si è complimentato con Pellegrini per la scelta dell'importante periodo storico nel quale si articola la narrazione del suo libro.           

L'autore ha quindi illustrato gli aspetti salienti e i punti focali del suo lavoro che ripercorrono e descrivono l'evoluzione dello stato Veneziano in terra ferma. Nel periodo di tempo intercorrente tra il tardo medioevo e il Rinascimento, Venezia estese la sua egemonia su un considerevole numero di città e territori, i quali contribuirono a costituire lo Stado da terra, compreso tra il Friuli, il Veneto e la parte orientale della Lombardia. 

Sotto la vigilanza dei Rettori inviati in loco da Venezia, queste provincie godettero di vitalità e prosperità economica; le campagne si popolarono sempre più di ville e le città ebbero un forte impulso edilizio. 

L'autore narra tre secoli di sviluppo e di notevole espansione in terra ferma di Venezia, nonché le rivalità sorte a livello locale, la nascita di varie istituzioni e i relativi status governativi, la cultura e le tradizioni, sino alla dissoluzione di tale assetto istituzionale e territoriale, avvenuta nel 1797. 

Nell'ambito dello scontro tra Venezia e Milano, la morte prematura di Giangaleazzo Visconti, avvenuta nel 1402, primo Duca di Milano e artefice della costruzione di un vasto Stato pluricittadino, fornì l'occasione a Venezia per estendersi, territorialmente e politicamente, mediante l'annessione di nuovi territori.  Alla morte dei Visconti, i primi ad approfittarne furono i collaboratori del Duca di Milano e in tale periodo, ebbe inizio, a Crema, l'avventura dei Benzoni. Della dissociazione di Milano cercò di approfittarne anche Francesco Novello da Carrara, ma le sue ambizioni non ebbero durature conseguenze. Nel 1404, la prima città ad accorrere al cospetto di Venezia fu Vicenza, seguita da Cologna Veneta, Belluno, Bassano e Feltre. Venezia, politicamente, cercò di investire in diplomazia e risultò economicamente meno esosa, nei confronti dei suoi territori, rispetto a Milano; non alzò i dazi e le imposte indirette durante i primi sessant'anni della sua dominazione, cosicché le città godettero di benessere economico e sociale. Venezia si creò, in tal modo, la reputazione di signoria leggera. 

Solo a Venezia città il costo della vita continuava a salire, ma nello stesso tempo la città lagunare si espandeva demograficamente sempre più a seguito del rilevante fenomeno migratorio. Il rialzo delle tasse, nella città di Venezia, veniva quindi compensato con la veloce crescita del Pil. Nel 1447-1449 i cremaschi capirono che era più conveniente per la città di Crema sottostare alla dominazione veneta, poiché la medesima offriva maggiori garanzie politiche e sociali. La Pace di Lodi, siglata nell'aprile del 1454, pose fine allo scontro fra Venezia e Milano, sancendo la successione di Francesco Sforza al Ducato di Milano, ormai sottratto ai Visconti. 


Nelle foto, il relatore Marco Pellegrini e il pubblico presente