Crema News - La fine del mondo Don Natale Grassi Scalvini

Cremasco, 16 novembre 2025

XXIII Domenica ord. C ​

 La Parola: ​​Ml 3,19-20  Sal 97 2Ts 3,7-12  Lc 21,5-19

 Dal Vangelo secondo Luca ​​Lc 21,5-19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) In questi giorni mi chiedevo se fosse già ora di cogliere anche i melograni e devo ammettere che i segni di una maturazione completa mi sembrano abbastanza evidenti. Per quanto riguarda i frutti della terra, che siano quelli spontanei che crescono sugli alberi oppure quelli frutto del lavoro attento e continuo degli agricoltori, dobbiamo ammettere che siamo abituati bene. La risposta della terra al lavoro dell’uomo è sempre positiva all’impegno e alle attese dei coltivatori: bisogna solo aspettare il tempo giusto della raccolta. Mi sembra interessante che anche gli apostoli di fronte alle parole tremende di Gesù sulla fine del mondo e degli sconvolgimenti che la accompagnano, non chiedono al Signore di intervenire per fare qualcosa per evitare tutto questo. Semplicemente chiedono solo: quando tutto questo avverrà?

Questo comportamento dipende evidentemente dalla fiducia cieca che gli apostoli hanno in Gesù e nelle sue promesse di vittoria finale sul male e sulla morte anche se molti di quelli che hanno sentito quelle parole in effetti poi son riusciti a vederne la realizzazione, circa una quarantina d’anni dopo nella completa distruzione di Gerusalemme e del suo magnifico tempo a opera dell’imperatore romano Tito nel 70 dopo Cristo. 

Anche noi quindi dobbiamo avere questa stessa fiducia nelle parole di Gesù accogliendo con serena speranza la certezza che nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto, perché la nostra vita è nelle sue mani e lui vuole sempre e solo il nostro bene. Ecco perché oggi possiamo ringraziare il Signore per tutti i frutti della terra e del nostro lavoro come dono immeritato da parte di Dio che ha per noi pensieri di bontà e di pace, nonostante tutti gli avvenimenti tragici che avvengono proprio in questo momento in diverse parti del mondo. 

Uscendo di Chiesa oggi non dobbiamo certo temere di essere colpiti in testa da qualche meteorite che viene a distruggere la terra. In effetti il vero ringraziamento al Signore non è dovuto per il raccolto abbondante o per gli affari andati bene o per il benessere delle nostre famiglie ma soprattutto per la certezza della sua vicinanza e che la speranza nel futuro è sempre ben riposta in lui che cerca e vuole solo il nostro vero bene secondo la grandezza del suo amore e della sua infinita pazienza nei nostri confronti. Però non dimentichiamo mai che il Signore non si accontenta del nostro grazie e della preghiera di questo giorno. Come lui ci accompagna giorno per giorno lungo il trascorrere del nostro tempo così desidera che noi ci ricordiamo di lui ogni giorno vivendo secondo la sua volontà nella fatica quotidiana e con una preghiera di ringraziamento che sale ininterrottamente al cielo e non rimane legata solo a momenti particolari. 

La terra e tutte le sue ricchezze sono affidate a noi uomini da molto tempo e sicuramente siamo ancora chiamati a collaborare al progetto di Dio che vuole iniziare a costruire il suo regno già adesso tra di noi e con noi. Pur consapevoli che la realtà materiale della nostra esperienza terrena non è eterna grazie alla sua promessa di redenzione e di vita eterna possiamo pensare che ogni nostra azione ha in realtà un valore molto più grande di noi stessi e contribuisce sempre più alla crescita del bene su questa terra in vista della realizzazione completa nel regno di Dio Padre.