Crema News - La croce di ciascuno di noi Don Natale Grassi Scalvini a Riopalta Guerina, sua prossima parrocchia

Cremasco, 07 settembre 2025

XXIII Domenica ord. C​

 La Parola: ​​Sap 9,13-18  Sal 89  Fm 1,9-10.12-17  Lc 14,25-33

 Dal Vangelo secondo Luca ​​Lc 14,25-33

 In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Anch’io ho un amico che non viene tanto in chiesa, anzi ne ho tanti per la verità, ma recentemente ho avuto proprio con lui una discussione teologica. Infatti lui non va tanto in chiesa ma quando partecipa a qualche messa, a Natale o a Pasqua per intenderci, poi si ricorda davvero per filo e per segno le parole del Vangelo e dell’omelia e quando può ne parliamo e chiede spiegazioni. In particolare l’ultima questione era proprio sul valore della croce per noi cristiani. Per lui infatti il centro della Pasqua e quindi della vita cristiana non è la morte in croce di Gesù ma la sua risurrezione. Non potevo che essere d’accordo con lui ma nello stesso tempo ho cercato di rimettere al posto d’onore anche la croce di Gesù come via privilegiata, anzi necessaria, per raggiungere la gloria della risurrezione.

Oggi Gesù ci conferma questa grande verità della nostra fede. L’impegno che chiede a tutti i suoi seguaci di ogni tempo e luogo, è proprio quello di prendere la croce e portarla ogni giorno. Quindi non di stare in croce fissi nella sofferenza e penitenza che questo segno rappresenta da sempre, ma nell’impegno quotidiano di attraversare il dolore della croce per arrivare alla pienezza della redenzione. Non si tratta perciò di accettare la croce e le difficoltà della vita come eventi esteriori che ci cadono addosso e capitano a caso, come i disastri naturali, ma di accettarla come uno stile di vita da scegliere e portare concretamente ogni giorno in tutte le parole e opere della nostra esistenza. Non è solo una buona disposizione d’animo ad accoglierle avversità o difficoltà della vita con un animo forte e coraggioso come quello di Gesù nell’affrontare la croce.

Dobbiamo proprio, come ci invitano le due parabole di oggi, prevedere prima il nostro coinvolgimento personale nel seguire Gesù cercando di valutare fin dall’inizio del nostro cammino cristiano la presenza quotidiana della croce da portare con convinzione dietro Gesù facendola entrare come stile di vita in tutto ciò che facciamo. Se lo facessimo un po’ di più certamente riusciremmo a sopportare con maggior serenità le diverse difficoltà quotidiane, sia quelle dovute alle persone più o meno moleste che possiamo incontrare, sia per i guai che possono capitare in tutte le nostre famiglie. Ma soprattutto quando poi capitassero delle vere sofferenze per noi e i nostri cari non dobbiamo mai assolutamente stare fermi, inchiodati alla croce, aspettando solo che passi il momento negativo o, peggio ancora, in attesa che il Signore ci liberi con un tocco magico della sua volontà piegata dalle nostre preghiere. Queste non devono mancare ma non per chiedere il suo intervento riparatore o risolutore, ma perché ci dia la speranza, la forza e la volontà concreta di impegnarci a portare con serenità il peso della vita, nella continua ricerca di tutto ciò che può essere utile e necessario per vincere il male. Capite tutti che il primo male che dobbiamo vincere è proprio quello del nostro peccato, della mancanza di fiducia in Dio piegati sotto il peso delle difficoltà, incapaci di compiere il bene perché ne abbiamo già abbastanza dei nostri problemi. Invece è sempre nella ricerca del bene nostro e dei nostri fratelli che troviamo la soluzione per tutte quelle croci che tante volte son causate proprio dal nostro egoismo e dal nostro chiuderci in noi stessi nella ricerca del solo nostro bene personale. Possiamo essere certi che il Signore cammina sempre accanto a noi e non solo, lui porta la sua croce ma sicuramente è sempre pronto anche a condividere le nostre croci portando con noi i pesi che possono attardarci nel cammino verso il regno celeste, nel quale lui ci sostiene e ci guida con il suo amore.