Crema News - Il regno del Signore e le tasse Don Natale Grassi Scalvini nella prima neve in montagna

Cremasco, 24 novembre 2024

XXXIV ordinaria B​Cristo Re dell’universo

 La Parola: ​​Dn 7,13-14  Sal 92  Ap 1,5-8  Gv 18,33-37

 Dal Vangelo secondo Giovanni ​​Gv 18,33b-37

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Proprio questa settimana hanno reso pubblico un sondaggio inglese secondo il quale la maggioranza dei sudditi ha perso fiducia nella casa reale perché hanno scoperto che non pagano le tasse. Strano che non lo sapessero. Da che mondo è mondo i re non pagano le tasse, ma piuttosto le prendono dal popolo. In fondo credo che anche Pilato si sia preoccupato di questo predicatore della Galilea, che gli presentano come re, proprio perché ha paura che porti via un po’ di soldi agli esattori romani. Quando si accorge che in realtà non è quello che interessa a Gesù lo lascia andare al suo destino, deciso dai capi dei giudei e se ne lava le mani. Ma noi sappiamo che davvero Gesù è un re, anche se tutto diverso da quello che pensava Pilato e tutti gli uomini dei secoli a seguire fino ai sudditi inglesi dei nostri giorni: lui non è venuto a prendere ma a dare. Cominciando innanzitutto nel rendere testimonianza alla verità, fino poi a confermare questa sua opera dando anche la vita in croce.

Ma nella solennità di Cristo Re dell’universo dobbiamo mettere a fuoco innanzitutto proprio questa pretesa del nostro Signore, quella di essere testimone della verità. Prima ancora di gioire per la testimonianza e la rivelazione più grande che Gesù ha fatto, cioè quella del Padre e del suo amore per tutti gli uomini, possiamo utilmente fermarci anche semplicemente a riflettere di quanto bisogno abbiamo anche delle verità semplici della nostra vita, quelle che ci permettono un rapporto di fiducia e comprensione con gli altri uomini.

Purtroppo viviamo in un tempo in cui, nonostante l’apparente abbondanza di verità, visto che adesso tutto può essere documentato, filmato e condiviso sui social, in realtà veniamo manipolati in modo esagerato da quanti ci ingannano costruendo notizie false o anche solo parziali, tacendo diversi aspetti della realtà e mostrando solo quanto può servire ai loro interessi. Non è questo il momento in cui affrontare alcuni esempi della manipolazione di massa di cui possiamo essere vittime anche noi, tuttavia non possiamo negare di come gli interessi economici di alcuni trovino sostegno e condivisione proprio da tanti divulgatori che insistono perché poi tutti noi consumiamo e compriamo e sfruttiamo secondo criteri di spreco o del più banale interesse e benessere personale.

Se la parola di Gesù ci aiutasse almeno a essere un po’ più attenti a non cadere nella trappola della informazione parziale o distorta che ci viene proposta giornalmente, risvegliando in tutti noi il desiderio di conoscere meglio e con verità quanto succede nel mondo, sarebbe già un grande vantaggio. Ma in più noi abbiamo la certezza che la verità più grande rivelata da Gesù non riguarda questo mondo e i suoi padroni economici o politici ma davvero il senso più profondo e significativo della nostra vita, la possibilità cioè di riconoscere in lui e nella sua parola la presenza di Dio e il suo progetto di amore per tutti gli uomini. Probabilmente non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati noi cristiani ad avere un re del genere. Non solo perché non prende ma dà, e lo fa in misura abbondante ed esagerata rispetto ai nostri meriti, ma soprattutto perché ci fa intuire che anche noi possiamo partecipare a questa sua realtà regale condividendo lo stesso stile di servizio e di offerta quotidiana della nostra vita a favore dei fratelli.

Come tanti altri aspetti del nostro Signore il fatto più bello e interessante non è il riconoscimento, con la lode e il ringraziamento che ne consegue, per le straordinarie doti che il Figlio di Dio ha, ma la reale possibilità per tutti noi di partecipare alla sua stessa condizione, chiamati a condividere ogni sua opera se ci impegniamo a seguire, anche in modo semplice o parziale, l’esempio che lui ci ha dato.

Ancora una volta la festa che noi facciamo a Gesù diventa in realtà la nostra festa perché in lui noi abbiamo non solo la possibilità di accogliere l’amore di Dio ma da lui riceviamo tutti gli aiuti di grazia necessari per continuare la sua opera nel mondo realizzando anche noi la volontà e il progetto che Dio ha per ciascuno dei suoi figli.