Cremasco, 28 maggio 2023
8 Domenica di Pasqua anno A Pentecoste
La Parola: At 2,1-11 Sal 103 1Cor 12,3-7.12-13 Gv 20,19-23
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 20,19-23
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Ho dovuto aspettare una settimana, ma l’0occasione è giunta subito. L’altro giovedì, con don Francesco e Il vescovo Daniele, ho avuto la gioia di assistere alla Scala di Milano, alla esecuzione della Ottava Sinfonia di Mahler, conosciuta come la Sinfonia dei Mille, perché eseguita, tra coristi e musicisti, da circa mille suonatori. In realtà non erano in 1073 come alla prima esecuzione diretta dallo stesso Mahler, ma ‘solo’ 400 circa. Ugualmente potete immaginare il volume di suono generato da così tanti esecutori, specialmente nella parte iniziale per il canto dell’inno allo Spirito Santo, Veni Creator Spiritus. Eppure, nonostante la forza e la potenza di questo canto non credo proprio che lo Spirito Santo sia sceso prontamente sui presenti.
Secondo la testimonianza del Vangelo di Giovanni, non c’è alcun bisogno di gridare allo Spirito Santo perché discenda su di noi: è un dono personale del Signore Gesù per il quale noi dobbiamo solo prepararci per essere degni e pronti a riceverlo. Assodata la completa gratuità del primo dono pasquale di Gesù a chi crede in lui, possiamo parlare dei segni che rendono evidente a tutti la presenza dello Spirito in mezzo a noi. Quello specifico di cui parla il brano evangelico di oggi è evidentemente il perdono. In particolare credo si possa pensare alla pratica del perdono reciproco e non solo di quello sacramentale che tutti possiamo ricevere con la confessione.
In effetti non ci vuole molto per capire che se davvero praticassimo tutti, come preghiamo ogni giorno nel Padre nostro, la stupenda lezione del perdono reciproco tra fratelli, il mondo sarebbe migliore e davvero più umano. Pensate se improvvisamente, per pura mia congettura e fantasia, Putin e Zelensky si telefonassero per chiedersi scusa e per perdonarsi a vicenda… Pace fatta e fine di tante sofferenze e dolori per moltissime persone.
Tornando con i piedi per terra dobbiamo subito constatare che non possiamo certo chiedere un evento del genere, anche perché, come è solito per noi umani, così facendo in realtà chiediamo che siano altri a mettere in pratica i comandi del Signore. Evidentemente invece siamo proprio noi, quelli che così spesso invocano lo Spirito Santo, magari a gran voce come i cantanti della Sinfonia, a dover praticare per primi il comando del Signore per il perdono fraterno, per testimoniare a tutti che la verità della resurrezione di Gesù si dimostra proprio con la presenza del suo Spirito, che rende nuove tutte le cose, anche i cuori degli uomini, a partire da noi. L’altro segno evidente, a cui fa un riferimento ancora più esplicito il Vangelo di oggi è proprio la gioia che tutti noi possiamo sperimentare per la salvezza e il perdono ritrovato grazie alla Chiesa, che diventa Sacramento di Salvezza per tutti gli uomini anche grazie al segno del perdono sacramentale. In questo caso la presenza dello Spirito è duplice: non solo opera attraverso la persona del ministro della penitenza, che riceve la confessione dei peccati e assicura il perdono di Dio secondo la promessa di Gesù, ma ancor prima lo Spirito opera per smuovere l’intimo di ciascuno di noi per predisporre il nostro cuore a riconoscere il proprio peccato e a giungere a un vero e profondo pentimento.
I due aspetti vanno evidentemente insieme perché se non ci fosse un vero pentimento e un cammino di conversione, sorretto e guidato dallo Spirito, neanche il sacerdote, con tutta la forza che gli viene dalla Chiesa, potrebbe cambiare qualcosa nel cuore dell’uomo e riportarlo alla piena comunione con Dio Padre. Proprio come preghiamo nel Padre nostro, riconosciamo prima di essere perdonati quotidianamente da Dio per essere così pronti alla benevolenza e al perdono verso tutti i nostri fratelli.
Nella foto, don Natale in montagna