Crema News - Nel nome di Gesù Don Natale con grandi e piccoli amici

IV Domenica Avvento A​ ​

 La Parola: ​​Is 35,1-6.8.10  Sal 145  Gc 5,7-10 Mt 11,2-11:

 Dal Vangelo secondo Matteo ​Mt 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi". Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Questo sabato abbiamo in parrocchia un incontro con i genitori dei ragazzi del catechismo. Anche senza volerlo ci ritroviamo con un vangelo che ci permette già di tenere presente tutta la Santa Famiglia e quindi di poter parlare anche delle nostre famiglie. Nelle domeniche scorse infatti si è presentato prima Giovanni il Battista e poi la Vergine Maria nella bella festa dell’Immacolata, ma non avevamo ancora parlato di San Giuseppe. Con oggi abbiamo presenti davvero tutti i protagonisti degli eventi del Santo Natale che andiamo a celebrare con gioia. Mi piace notare come ambedue gli evangelisti che raccontano i fatti riguardanti la nascita di Gesù, Matteo e Luca, sembrano molto preoccupati di farci sapere i nomi dei personaggi coinvolti. Questo mi sembra particolarmente significativo per quanto riguarda la Santa Famiglia di Nazareth: come in tutte le nostre famiglie ci si conosce e ci si chiama per nome. Al contrario mi ricordo che al mio ingresso in seminario, tanti anni fa, ero rimasto un po’ turbato proprio dal fatto che ci chiamassimo, anche tra compagni, usando il cognome e non il nome. Credo che sia invece segno non solo di confidenza ma anche di fiducia e piena collaborazione l’abitudine di chiamarsi per nome. Non solo tra di noi ma evidentemente anche nei confronti di Dio. Possiamo certamente sempre usare tutti i nomi che la lunga tradizione ebraica ha composto per chiamare Dio in modo da esaltarne ora l’uno ora l’altro aspetto, quali per esempio l’Onnipotente, il Sapiente, il Misericordioso, il Giusto e tanti altri, ma noi cristiani abbiamo la fortuna di poter chiamare il nostro Dio semplicemente col nome di: Gesù.

Naturalmente questo non deve essere un segno di mancanza di rispetto, anzi vuole condurci ad avere un rapporto confidenziale e profondo con lui in modo da meritarci il suo amore e da sentirci poi impegnati in prima persona, quasi ce lo chiedesse a uno a uno, a diventare suoi amici e collaboratori, pronti a testimoniare la grandezza del suo nome ma anche la sua eccezionale disponibilità a entrare in rapporto profondo e personale con noi uomini. Tante volte si cerca di aiutare alcuni nostri fratelli a incontrare Dio magnificando le sue grandi opere risplendenti nella creazione, ma credo che in realtà nessuna di quelle meraviglie, per quanto infinitamente superiori alla nostra realtà umana e quindi capaci di farci pensare al Dio creatore e redentore, possa avere la stessa emozionante bellezza di poter chiamare Dio per nome e di sentirci anche chiamati da lui con il nostro nome proprio come se noi fossimo davvero tanto preziosi anche di fronte a lui. 

Mentre ci prepariamo a festeggiare la nuova nascita di Gesù cerchiamo di predisporre soprattutto il nostro cuore e la nostra mentre a una accoglienza profonda e personale, non accontentandoci della generica gioia delle buone feste che speriamo tutti di passare ma ricercando davvero quella gioia vera che può nascere solo dalla consapevolezza di aver trovato un amico buono e grande, sempre pronto a sostenere la nostra buona volontà e a guidarci con pazienza verso il compimento della nostra esistenza perché il progetto del regno di Dio si realizzi presto in noi e per i nostri cari.