Crema News - Gesù, uno di noi Don Natale Grassi Scalvini celebra messa i messa grotta

Cremasco, 25 dicembre 2025

Natale del Signore​ ​

 La Parola: ​​Is 9,1-6  Sal 95  Tt 2,11-14  Lc 2,1-20

 Dal Vangelo secondo Luca​Lc 2,1-20

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) La solennità del Santo Natale anche dal punto di vista liturgico è così grande che merita addirittura tre diversi formulari e quindi letture e soprattutto vangelo diversi. Mi sembra ben giusto visto che è un evento che ha cambiato la storia dell’intera umanità: anche chi non crede o neanche sa cosa sia il Natale di Gesù, fa ugualmente festa e continua a contare gli anni a partire da questo evento. Il guaio è che secondo i liturgisti per partecipare bene al Natale dovremmo partecipare a tutte e tre le messe. Questo non è facile per tutti e allora ho unito nel vangelo almeno i brani della messa della notte e dell’aurora.

Come sempre sarebbe bello provare a immedesimarci con i personaggi della scena evangelica, quella che riproduciamo in tutte le nostre case nel segno del presepe. Nei vangeli non si parla di bue e asinello, frutto della nostra bella tradizione legata al primo presepe di san Francesco, quindi non corriamo il rischio di sentirci rappresentati proprio da loro. Però a pensarci bene la maggior parte dei personaggi, specialmente i più importanti, son fuori dalla nostra portata, a partire da Gesù e poi Maria e Giuseppe e ovviamente anche gli angeli. Per fortuna però ci sono i pastori e a questo punto possiamo entrare in scena anche noi, perché davvero ci assomigliano molto. Non mi riferisco però alla possibilità anche per noi di vedere gli angeli, visione alla quale per la verità noi non siamo molto abituati, ma piuttosto a quella curiosità che li fa muovere e andare a vedere cosa è successo, temendo ovviamente di aver ascoltato fake news dagli angeli, ma sopratutto penso al loro comportamento finale: se ne tornarono. Proprio in questo, credo che siamo davvero presenti e operanti nella scena della nascita di Cristo, vista la nostra presenza in numero considerevole alla celebrazione ma pronti anche noi, come i pastori a tornare presto alle nostre case e cose, magari ben disposti anche a dimenticare velocemente gli eventi di questa notte e di come ci siamo trovati bene insieme.

Il Natale infatti è secondo i proverbi la festa da passare con i tuoi ed è bello che tutti noi sentiamo Maria Giuseppe e il bambin Gesù come i nostri, quelli di casa nostra, con i quali stiamo bene insieme e con i quali possiamo e dobbiamo condividere i momenti belli e brutti della nostra vita. Infatti mentre siamo qui a celebrare la nascita di Gesù non possiamo dimenticare che il Figlio di Dio si è incarnato per poter dare la vita in croce per la nostra salvezza. Noi già adesso viviamo in pienezza la gioia del Natale solo se pensiamo alla salvezza ritrovata e alla amicizia con Dio ridonata grazie proprio al sacrificio di Cristo sulla croce.

Ma adesso non pensiamo troppo al destino finale del bambino Gesù: godiamo esultanti della sua nascita e del suo farsi uomo come noi, nella gioia profonda di sentirci davvero tutti e ciascuno importanti per Dio al punto da desiderare anche lui di essere uno di noi.