Crema News - I difetti degli altri Don Natale Grassi Scalvini

Cremasco, 02 marzo 2025

VIII Domenica ordinaria C​

 La Parola: ​​1Sam Sir 27,5-8  Sal 91 1Cor 15,54-58  Lc 6,39-45::

 Dal Vangelo secondo LucaLc 6,39-45

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Il bellissimo concerto per pianoforte e orchestra di venerdì sera mi ha suggerito una immagine adeguata per comprendere il brano del vangelo di oggi. Mi sembra proprio come una orchestra, con diversi strumenti e suoni che si accordano in un insieme armonico e coerente. A un primo ascolto in effetti sembrano insegnamenti disparati e a sé stanti, ma certamente tendono tutti ad unico scopo: assumere un atteggiamento evangelico nei nostri comportamenti quotidiani. Per la verità basterebbe riuscire a comprendere e praticare anche uno solo degli atteggiamenti suggeriti dalle parabole di Gesù per dare un’impronta evangelica alla nostra vita. Essere consapevoli della nostra cecità e quindi del non sentirci maestri in tutto ma piuttosto bisognosi di un aiuto e di amici fidati, a partire dallo stesso Gesù, Signore e Maestro di tutti, per affrontare con maggior sicurezza le difficoltà della vita, penso che sia una indicazione chiara e la ritroviamo spesso ripetuta anche da vari maestri e pensatori, come per esempio nella bella canzone di Bob Dylan ‘Precious Angel’.

Probabilmente però delle immagini usate oggi da Gesù quella che colpisce tutti in maniera più forte è sicuramente quella della ingombrante e gigantesca trave nell’occhio. Se pensiamo al fastidio che già ci dà anche un piccolo granello di sabbia negli occhi davvero non riusciamo neanche a immaginare quale potrebbe essere l’effetto di una trave intera. Come altre volte l’esagerazione del nostro maestro è davvero una scelta strategica per metterci di fronte a una realtà personale che tutti sperimentiamo ma che poi normalmente tendiamo sempre a dimenticare. Proviamo a fermarci dieci secondi a ripensare a qualche momento della nostra vita in cui ci siamo sentiti in dovere di avvisare e criticare un nostro fratello per qualche suo errore pronti a suggerire un comportamento più giusto e appropriato.

Sono pronto a scommettere metà della mia pensione che la maggioranza di noi in questi dieci secondi è riuscita a trovare un proprio amico o conoscente che a far questo è peggio di noi e che si comporta sempre così anche nei nostri confronti! Questo per dimostrare di come sia facile per tutti trovare innanzitutto i difetti degli altri e poi, ma solo dopo molto, molto tempo e diverse lezioni, imparare a riconoscere i propri limiti ed errori. 

A sostenere e legare armonicamente tutte le belle immagini di oggi arriva nel finale quella stupenda dei frutti buoni che evidentemente devono venire da una pianta buona secondo le più semplici regole della botanica e della genetica. Non credo dobbiamo leggere come offensivo il paragone del Maestro che parla di noi come fossimo delle piante, che ovviamente non possono scegliere i frutti da fare e obbediscono semplicemente alle leggi della natura. Noi invece abbiamo quel magnifico e tremendo dono del libero arbitrio che ci fa scegliere di compiere il bene o di fare il male. Eppure con questo esempio Gesù non nasconde che uno stile di vita sbagliato non permette di cambiare frutti da un momento all’altro e se uno si abitua fin da ragazzo ad un modo di vivere egoistico e teso a soddisfare solo i propri desideri, magari con il supporto dei genitori che assecondano e incrementano questo comportamento, ben difficilmente riuscirà a condurre una vita secondo gli insegnamenti di Gesù. Come potrebbe infatti un cuore indurito dall’egoismo cambiare completamente modo di rapportarsi agli altri, giungendo quindi a dare più che a ricevere, a servire prima di essere servito e a cercare prima il bene degli altri e della società che non il proprio tornaconto. 

Anche oggi la parola del Verbo incarnato tocca ciascuno di noi nelle varie situazioni di vita che stiamo attraversando. Sempre bello scoprire come ogni parola di Gesù può avere riscontri diversi da ciascuno di noi, sia nel lasciarla scivolare via perché non ci lasciamo neanche interpellare o molto semplicemente perché ci aiuta a riflettere su qualche nostro atteggiamento da migliorare o perché finalmente ci scuote e ci porta ad un impegno coerente di vita cristiana perché possiamo portare quei frutti buoni che lui si attende da ciascuno di noi.