
Crema, 10 maggio 2025
Emanuele Michieletti, primario di Radiologia dell’ospedale di Piacenza, accusato di di violenza sessuale aggravata e atti persecutori è stato arrestato. Le vittime sono colleghe dottoresse e infermiere: ben 32 episodi in 45 giorni di osservazione e di filmati registrati dalla polizia. Il medico è stato anche licenziato.
Emanuele Michieletti, 60 anni, è nato a Vercelli e ha compiuto ii suoi studi a Milano, dove ha conseguito la laurea in Medicina. Il primario era responsabile del reparto di Radiologia dell’ospedale di Piacenza. In città è molto conosciuto, anche per essere stato più volte intervistato dalla stampa locale, specie nel periodo della pandemia. In particolare per una sua intuizione nella cura del Covid durante il decorso della malattia.
La vicenda ha provoczato stupore e sconcerto, oltre che indignazione. Esprimono questi sentimenti le donne medico di Crema (Aidm) con una loro presa di posizione.
“Gravissimi i fatti di Piacenza. Serve un cambio culturale immediato nella sanità.
L’Associazione Italiana Donne Medico, sezione di Crema esprime profonda indignazione e sconcerto per i gravi episodi accaduti all’ospedale di Piacenza, dove un primario è stato arrestato e immediatamente licenziato per aver perpetrato, in meno di due mesi, una lunga serie di violenze fisiche e psicologiche nei confronti di colleghe mediche e infermiere.
Una vicenda che lascia sgomenti non solo per la brutalità degli atti, ma anche per il clima di paura e sudditanza in cui si sono potuti perpetrare. L’Aidm esprime piena solidarietà alle vittime e il massimo sostegno alla collega che, con coraggio e senso civico, ha rotto il silenzio, denunciando l’accaduto.
Episodi come questo confermano quanto sia urgente e necessario agire con fermezza. La violenza, in tutte le sue forme — fisica, psicologica, verbale o istituzionale — non riguarda solo le singole vittime, ma interroga profondamente la società nel suo complesso. La donna non deve più essere lasciata sola né costretta a dimostrare il proprio diritto a lavorare, vivere ed esistere con dignità. Tutelare le donne significa garantire ambienti sicuri, relazioni basate sul rispetto e strutture in grado di intervenire tempestivamente.
La cultura della prevenzione, della parità e dell’ascolto deve diventare parte integrante di ogni contesto, a partire da quelli più sensibili come il mondo della sanità e dell’istruzione. Le donne non chiedono privilegi: chiedono ciò che loro spetta:dignità, sicurezza, rispetto e equità".