Crema News - Cinque pani e due pesci Don Natale Grassi Scalvini

XII Domenica ord. Corpus Domini​

 La Parola: ​​Gen 14,18-20  Sal 109 1Cor 11,23-26  Lc 9,11-17

 Dal Vangelo secondo Luca​​Lc 9,11b-17

 In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) In moltissime parrocchie son già iniziati i Grest, impegno ormai entrato nel calendario annuale come un appuntamento irrinunciabile. Sappiamo per certo che è molto gradito innanzitutto dai genitori che sempre più spesso, per motivi di lavoro, non sanno a chi affidare i piccoli durante i lunghi mesi estivi, ma sicuramente molto più gradito, direi fino all’entusiasmo, da parte dei ragazzi e degli adolescenti animatori. In particolare una delle caratteristiche che accomuna il tempo del Grest per i nostri ragazzi è che durante le attività perdono anche il senso del tempo e non vorrebbero mai smettere.

L’inizio del racconto evangelico della moltiplicazione dei pani comincia anche lui con un qualcosa di simile. Per fortuna ci sono gli apostoli che concretamente richiamano Gesù al fatto che sta predicando da tutta la giornata e verso sera anche la gente sarà stanca e ha bisogno di un po’ di ristoro fisico. Anche per Gesù vale la verità che quando si è impegnati in qualcosa che ci piace perdiamo anche la cognizione del tempo e della fatica. Per lui infatti predicare il regno e venire incontro alle sofferenze e alle necessità concrete delle persone è lo scopo della propria missione e ci mette davvero tutto sé stesso senza misure e ben oltre le normali capacità umane: al figlio di Dio incarnato piace proprio tanto stare con la gente e rivelare loro i misteri del regno di Dio. Noi non possiamo più ascoltare direttamente le sue parole o mangiare del pane moltiplicato dalla sua grazia, ma ugualmente siamo chiamati durante la celebrazione eucaristica come anche negli altri momenti di preghiera liturgica dedicati, come per esempio l’appuntamento settimanale in parrocchia con l’ora di adorazione eucaristica, a stare con Gesù. Purtroppo possiamo notare facilmente, basta infatti che ciascuno faccia un piccolo esame di coscienza cercando nella propria memoria quando e come ha dato un po’ del suo tempo al Signore, che in realtà siamo molto restii a offrire un po’ del nostro prezioso tempo al Signore Gesù per stare con lui e pregare in modo personale o comunitario, senza essere assillati dall’orario e dai nostri impegni.

Questi ci sono e certamente dobbiamo rispettare i nostri doveri familiari di lavoro e ci stanno anche i tempi del riposo e del relax, ma ciò non significa che poi al Signore dobbiamo dare proprio solo degli scampoli di tempo quando non ci resta altro da fare. Se quei pazzi che si divertono a giocare con le bombe, seminando distruzione e causando grandi sofferenze a tantissime persone, utilizzassero il loro tempo in modo migliore, fermandosi davanti alla presenza del Signore, forse avremmo risolto in un attimo tutti i conflitti e le controversie. Ma non culliamoci troppo con i sogni e cerchiamo invece più realisticamente di imparare noi a offrire la nostra vita e il nostro tempo al Signore consapevoli che ogni attimo passato con lui non è tempo vuoto o sprecato ma è vero tempo guadagnato che riempie la nostra vita del suo senso più vero e profondo e ci aiuta quindi a vivere con maggiore slancio ogni momento della nostra esistenza come una occasione per rendere gloria a Dio con le nostre opere e con la carità concreta delle nostre azioni. 

La festa del Corpo del Signore non significa che dobbiamo fermarci e bloccarci in estasi ma piuttosto che dai momenti vissuti insieme al Signore Gesù, ascoltando la sua parola e meditando i suoi esempi, deve scaturire quell’impegno quotidiano del cristiano a costruire il regno di Dio, incominciando a cambiare subito e adesso le cose per poter giungere un giorno alla pienezza del regno dei cieli insieme a tutti i santi e alla vergine Maria.