Crema News - Costruire il mondo nuovo

Cremasco, 14 agosto 2022

XX Domenica ordinaria C   

 

La Parola:     Ger 38,4-6.8-10  Sal 39  Eb 12,1-4  Lc 12,49-53

 

Dal Vangelo secondo Luca           Lc 12,49-53

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".

Parola del Signore.

 

Dobbiamo ammettere che il nostro mondo globalizzato è fin troppo ricco di notizie e informazione. Anche se poi notiamo tutti come l’interesse dei mass-media segua spesso l’onda, per cui prima si parlava solo di pandemia, poi c’è stato il periodo in cui si parlava solo di guerra, adesso tiene banco la politica con le prossime elezioni. Tuttavia non manca lo spazio quotidiano per la cronaca, che racconta da una parte del caldo e della siccità ma anche di disastri e incidenti e purtroppo non mancano i delitti, spesso assurdi perché compiuti non da malviventi incalliti ma da persone che sembrano normali e vivono in mezzo a noi.

Noi invece vorremmo avere notizie più serene e tranquille, almeno in questo periodo di ferie e relax dal lavoro per tanti. Oggi sembra che anche Gesù voglia rincarare la dose e si richiama addirittura a una profezia sulla fine del mondo del profeta Michea per proporci una urgenza e una lettura della situazione che ci trova alquanto lontani e impreparati a comprenderne il significato e le conseguenze. Eppure il fuoco di cui parla il Signore e il Battesimo che lui desidera ricevere rivelano chiaramente come egli sia sempre preoccupato del nostro stile troppo accondiscendente e disponibile al politicamente corretto e alla mentalità del mondo pur di non avere fastidi e di sentirci accettati e magari lodati da tutti.

Ma così facendo in realtà perdiamo tante occasioni di compiere il bene e soprattutto di costruire davvero quel mondo nuovo e il regno di Dio che il Figlio prediletto è venuto a iniziare, lasciando poi a noi il compito di realizzare. Cercare a ogni costo la tranquillità e la serenità che il nostro benessere materiale ci promette rischia davvero di farci intrappolare da un facile irenismo e buonismo, pronti a dar ragione a tutti senza distinguere le giuste e sacrosante attenzioni ai veri beni dell’umanità dalle false lotte per certi vizi, a volte anche contro natura, spacciati come diritti sacrosanti da affermare a ogni costo.

Anche all’interno della Chiesa rischiamo di sentirci troppo appagati da quello che abbiamo già, della nostra ricca storia millenaria e delle strutture o dei numeri che in parte ci danno ancora ragione e non ci impegniamo invece a dare una nuova fiamma di Spirito per riprendere vigore e sentirci di nuovo impegnati a diffondere il vangelo, anche nelle nostre strade. Ci accontentiamo troppo spesso di andare avanti a fare quello che si è sempre fatto, anche se magari lo facciamo pure bene grazie a una certa esperienza che abbiamo acquisito.

Il nuovo anno pastorale che ci sta innanzi dal prossimo settembre potrebbe essere anche una buona occasione per i cristiani della nostra zona pastorale, visto che sarà il primo che inizia proprio con questa inedita esperienza. Ma capite tutti come potrebbe essere ancora l’ennesima occasione persa per rilanciare i cammini di fede delle nostre comunità se pensiamo di puntare al minimo sindacale cercando di non disturbarci troppo a vicenda e lasciando andare le cose come al solito, perché noi siamo abituati così e il nuovo ci spaventa sempre un po’.

Certo non si tratta di far nascere divisioni né tantomeno di arrivare alla rissa perché qualcuno crede necessario cercare assolutamente qualcosa di nuovo andando a ferire o addirittura ad allontanare persone a causa di una esagerata intransigenza o supponenza. Ma se vogliamo essere fedeli alla parola di Gesù dobbiamo trovare il modo di ravvivare il fuoco della fede perché si giunga tutti a compiere le opere che Dio ci suggerisce perché la nostra comunità cristiana allargata parli di nuovo a tutti, con proposte esigenti ma anche attente alla realtà concreta degli uomini e delle donne del nostro tempo e delle nostre parrocchie.



Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione