Agnadello, 28 gennaio 2024
(Gianluca Maestri) In una giornata importantissima e significativa come quella della memoria in ricordo delle vittime dell’olocausto, su iniziativa del comune e dell’associazionismo locale la comunità agnadellese si è riunita sabato sera per dire no alla guerra, ai soprusi e alle violenze che quotidianamente affliggono le popolazioni civili in molte parti del mondo.
“Una manifestazione senza bandiere, né simboli né collocazione politica o religiosa, ideologica o morale. Una manifestazione volutamente organizzata il 27 gennaio, in una giornata internazionale altamente significativa per tutti: il giorno della memoria” ha esordito il sindaco Stefano Samarati nel suo discorso.
“Oggi, come cittadini agnadellesi ma soprattutto come cittadini del mondo -ha proseguito-, ci siamo riuniti in questa piazza per dire basta, per accendere una luce per la pace, per non dimenticare quanto accaduto e per opporci a tutti i conflitti che quotidianamente, alcuni da moltissimo tempo, si combattono in diverse parti del mondo. Prima di lasciare questo microfono dando il via alla manifestazione pacifica ed unirmi a voi voglio togliermi la fascia, segno di riconoscimento della carica istituzionale che rappresento, per essere questa sera non più il sindaco di Agnadello ma solamente una persona del mondo”.
La manifestazione si è svolta in maniera silenziosa lungo le vie del paese: da piazza Della Chiesa, sede della partenza, passando per piazza Castello, luogo in cui dopo la lettura di Beatrice Cernuschi della poesia La Pace, Greta Sudati e Lucrezia Taglietti, sulle note di Imagine di Jonh Lennon hanno accompagnato il corteo nel percorso verso la piazzetta Dello Studente dove una grande scritta “Pace”, illuminata, li ha accolti. Dopo una toccante lettura di Giovanna Maffioli, la deposizione delle fiaccole e la poesia Prendi un sorriso del mahatma Gandhi recitata da Carlo Bonizzoni, il canto La canzone del Bambino nel vento di Auschwitz di Francesco Guccini ha risuonato per tutto il quartiere raccogliendo i pensieri e le lacrime dei presenti.
Ancora il sindaco: “È necessario che il ricordo diventi impegno nell’educazione al rispetto di ogni persona, nella costruzione di una democrazia compiuta, nel cammino verso il disarmo. In questo modo la memoria non viene viziata da contrapposizioni ma purificata da ogni fanatismo e diventa costruzione di una società diversa, nella vita delle nostre città e dei nostri paesi. La storia ha questo compito: di evitare letture distorte dei fatti per una narrazione che sia capace non di cercare colpe e formulare condanne ma di offrire elementi perché alcune tragedie umane non si ripetano”.