Camisano, 23 dicembre 2025
(Manuela Taliercio)
Il futuro della scuola primaria di Camisano resta appeso a un numero: quello delle iscrizioni. Attualmente il plesso di via Trieste conta 38 alunni, suddivisi nelle classi terza, quarta e quinta, mentre gli alunni di prima e seconda frequentano la scuola elementare di Sergnano ed è confermata l’apertura per l’anno scolastico 2026-2027.
Tuttavia, la sua sopravvivenza oltre il prossimo anno scolastico dipenderà dalla possibilità di ripristinare una nuova classe prima.
"C’è bisogno di un numero minimo di 14 bambini, al di sotto del quale non avremo l’autorizzazione a far partire la classe. Senza una prima, tra due anni saremmo costretti a chiudere il plesso - spiega il sindaco Francesco Donida. - Dai dati anagrafici emerge che i bambini in età per frequentarla sarebbero proprio 14, il numero limite che ci permetterebbe di continuare.
Le difficoltà non sono però nuove. Già nell’estate scorsa era stata formalizzata l’impossibilità di formare la classe prima e la classe seconda della scuola primaria, dove erano arrivate solo dieci iscrizioni complessive. L’Istituto comprensivo di Sergnano aveva infatti negato la possibilità di costituire una pluriclasse, richiesta dal Comune, lasciando attive a Camisano solo la terza, la quarta e la quinta. Di conseguenza, i dieci alunni sono stati iscritti alla scuola primaria di Sergnano (e non alla più vicina scuola di Casale Cremasco per volere dei genitori degli alunni interessati), con il servizio di trasporto garantito da uno scuolabus.
Tuttavia il ponte per raggiungere Sergnano, aldilà del fiume Serio verrà chiuso a partire dalla prossima primavera per circa nove mesi, coprendo l prima parte dell’anno scolastico 2026-2027. Il tragitto quindi diventerà più lungo e impegnativo.
Il calo demografico continua così a rappresentare una sfida concreta per i piccoli Comuni. In questo contesto, le iscrizioni dei prossimi mesi diventano il nodo centrale: da esse dipenderà la possibilità di garantire un futuro alla scuola primaria di Camisano oltre il 2027. Una responsabilità che coinvolge non solo le istituzioni, ma anche l’intera comunità locale, chiamata a riflettere sul valore di mantenere vivi i servizi essenziali del territorio.
