Caravaggio, 18 maggio 2025
(Niall Ferri) Niente più barriere, né fisiche né sensoriali.
Alla chiesa di San Bernardino di Caravaggio, l’accessibilità è ora una realtà concreta.
Con il progetto (Tutti) Benvenuti in convento” promosso dal comune e finanziato dalla Fondazione della Comunità Bergamasca, anche chi convive con una disabilità potrà vivere, raccontare e far conoscere uno dei luoghi simbolo della città.
Presentato ieri il progetto trasforma un complesso storico in uno spazio aperto, inclusivo e partecipato. Gli obiettivi sono la piena fruibilità per tutti e la valorizzazione del ruolo attivo delle persone fragili. Sono state introdotte tre aperture settimanali: il mercoledì mattina con il Ptd di Acli Servizi, il venerdì con il Cdd La Gabbianella e il sabato mattina con la Css Casa Emmaus della cooperativa S. Martino. In ciascuna di queste occasioni, persone con disabilità accompagnano i visitatori, supportate dagli operatori, raccontando il patrimonio storico-artistico della chiesa. Un percorso possibile grazie alla formazione curata dall’associazione OpenRoad.
Chi prima era escluso diventa protagonista attivo, assumendo il ruolo di guida culturale. Il progetto si avvale di strumenti specifici come due mappe tattili per non vedenti, sei video con sottotitoli in italiano e inglese e con audio descrittivo, sei quaderni in Comunicazione Aumentativa Alternativa ideati da Dario Orsenigo, genitore di un utente del centro, e il sistema A11y, che consente di registrare contributi vocali carichi di emozioni. A guidare l’intero progetto tecnico e informativo sono quattro rappresentanti delle realtà coinvolte, tra cui Ramona Cucchi, che ha sintetizzato così lo spirito dell’iniziativa: “Parliamo di accessibilità a 360 gradi, non solo sul piano orario – con tre aperture aggiuntive settimanali garantite dagli ospiti dei servizi diurni – ma anche sul piano della qualità dell’accesso. Gli strumenti digitali e i supporti messi in campo permettono la fruizione dell’arte anche a chi ha limitazioni sensoriali o intellettive. Il progetto promuove una narrazione nuova e positiva della disabilità, mettendo in luce le competenze di ciascuno. Gli ospiti dei servizi non si limitano a collaborare: accolgono i visitatori, offrono informazioni e, in alcuni casi, illustrano direttamente le opere della chiesa”. Il progetto è frutto della collaborazione tra Acli Servizi, cooperativa S. Martino, associazione OpenRoad, B-Roll Production e associazione Oltre i Limiti, che ha curato tutti i contenuti accessibili. Il sindaco Claudio Bolandrini ha sottolineato: “Restaurare non basta. I luoghi vanno vissuti. Per questo, accanto al recupero strutturale abbiamo costruito una rete sociale forte e inclusiva, capace di restituire vita e senso alla chiesa. Questo progetto non è un punto d’arrivo, ma un passaggio fondamentale per aprire davvero a tutti uno dei cuori della nostra comunità”.