Trescore, 07 giugno 2024

(Andreini Annalisa) Un pezzo di storia importante nel territorio cremasco.

“Papà Bistek”, Francesco Bonetti, nato il 27 maggio 1920, avrebbe festeggiato da poco i suoi 100 anni ma nei ricordi degli abitanti di Trescore è ancora molto vivo. 

Stiamo parlando dello storico locale Bistek di Trescore, oggi chiuso (purtroppo) e in vendita.

Era stato aperto nel lontano 1968 da Francesco Bonetti, soprannominato Bistek per il suo aspetto fisico somigliante a uno stuzzicadenti, che in dialetto cremasco si dice proprio “stek”.

Insieme alla moglie Ines ha fondato un ristorante che è ancora nel cuore dei cremaschi.

In tutti questi anni è diventato un punto di riferimento importante per la cucina cremasca, sotto la guida dello Chef Antonio Bonetti, figlio di Francesco, e di sua moglie Ornella, abile responsabile della sala. 

L’idea originale di Antonio è stata quella di proporre un menu diviso per ingredienti eliminando la consueta sequenza di antipasto, primo e secondo. 

Altro filo conduttore delle sue scelte gastronomiche era sicuramente la grande passione per il territorio, per i prodotti e le aziende locali (che puntualmente segnava accanto ai piatti proposti), per le ricette della tradizione, per la stagionalità e anche per le associazioni cremasche tra cui Slow Food.

Lui stesso ha fatto parte per anni della storica associazione cultural gastronomica Le Tavole Cremasche che tanto hanno fatto per far conoscere e valorizzare appunto la tradizione cremasca con diverse iniziative, conviviali e progetti.

Immancabili i tortelli cremaschi, preparati con la ricetta storica di Trescore e spesso, come racconta Antonio, le donne del paese non li chiudevano perfettamente con i cinque pizzichi, ma anche solo con tre. Era un piatto rappresentativo del paese e della festa. Da segnalare anche i suoi risotti, l’oca durante il periodo invernale come anche gli amatissimi bolliti misti accompagnati dalla mostarda artigianale, i raviolini in brodo a forma di stella, i luartìs (gli asparagi spontanei) in primavera, zucca e funghi in autunno e il pesce d’acqua dolce in estate insieme alle famose sardine di Andrea Soardi di Monte Isola.

Una nota di merito va data anche all’attenzione per i formaggi del territorio che al Bistek non mancavano mai, tra cui il mitico Panerone e l’indimenticabile Salva Cremasco Dop presentato fritto a cubetti accanto ad un buon calice.

Dulcis in fundo: chi non ricorda la sua torta servita con la crema allo zabaione? 

Una bontà irrinunciabile che trasportava gli ospiti del Bistek in un’atmosfera quasi familiare: Antonio infatti arrivava in sala con la sua bella pentola e il suo bel mestolo pronto per inondare la fetta di Sabbiosa di Trescore (preparata con farina di granoturco) direttamente al tavolo.

Un’ultima chicca del Bistek: l’invenzione delle Gnocche Cremasche, il cui marchio è registrato. 

Di cosa si tratta? Un grande gnocco che racchiude il ripieno del tortello cremasco conditi con del buon burro, Grana Padano e foglie di salvia.

E chissà se un giovane Chef cremasco raccoglierà qualche spunto di così tanto sapere accumulato negli anni.