Dal territorio, 18 maggio 2025
(Annalisa Andreini) La sfida di aprire una pizzeria sui generis in un piccolo paese di campagna non è certo cosa semplice ma Stefano Coati e Stefania Manenti ci hanno provato, credendo fino in fondo in un progetto ben pensato. E i risultati non sono tardati ad arrivare.
Stiamo parlando della pizzeria-trattoria “Il Picchio rosso” di Fornovo San Giovanni (poco distante da Caravaggio), in via Matteotti, aperta da una decina di anni.
Un locale molto semplice: una piccola pizzeria con un forno a legna. Il clima familiare che si respira colpisce subito entrando, insieme a un’attenta premura verso il cliente.
Cosa c’è qui di speciale?
La scelta fra diversi impasti: classico (basso, sottile e croccante), contemporaneo( con cornicione morbido e pronunciato) e integrale.
A rotazione poi il giovane pizzaiolo Stefano propone impasti speciali con un occhio di riguardo al benessere, preparati con farine sempre diverse, come mais, avena, orzo, castagne, segale e farro, canapa o spezie come salvia, cacao, curcuma e semi di papavero. Un modo per far conoscere anche l’utilizzo di farine alternative e dare alternative ai vegetariani e alle intolleranze.
Particolari anche gli impasti ai mirtilli e all’alga spirulina.
Tra le pizze proposte spunta la pizza Pota (tipica espressione bergamasca), un omaggio al territorio, che qui viene spesso nominato e valorizzato: base margherita con aggiunta di cubetti di polenta, porcini, pancetta e formaggio Branzi.
Ogni mese viene lanciata una pizza speciale: la proposta del mese di maggio prevede una crema di asparagi fatta in casa, mozzarella fiordilatte, prosciutto cotto e robiola.
Ad aprile invece la pizza ci parlava proprio di territorio con la borragine, il Formai de Amur e la crema di ricotta al limone.
Infine c’è anche la pizza al padellino (con un impasto ad alta idratazione), che riscuote un buon riscontro tra i clienti.
Simpatici anche alcuni antipasti, tra cui il caratteristico Tri Bucù (Tre Bocconi, in dialetto bergamasco): una polpetta di polenta con salsiccia e Branzi, un panzer otto casoncello preparato con l’impasto della pizza e una crocchetta di patate con un cuore fondente di Formaggella della Val di Scalve.
Accanto c’è anche la proposta dei tre frittini veggy vegani e senza lattosio, tra cui pane alla patata e alla carota in carrozza farcite con crema di funghi e tartufi o di piselli, zenzero e menta: finalmente una valida opzione.
Nel ventaglio del menu della trattoria non mancano neppure gli hamburger, anch’essi curati nella scelta delle materie prime selezionate, a partire dal pane.
Interessanti anche i dolci, fatti in casa (persino la colomba pasquale). E non poteva essere altrimenti in una location così.
Da segnalare la crostata( senza lattosio) preparata con farina di mais, marmellata di more e lamelle di mandorle oppure il banana bread vegano e un’interpretazione della Torta Donizetti (tipica di Bergamo).