Crema, 20 ottobre 2024

(Annalisa Andreini) Vampiri: illustrazione e letteratura tra culto del sangue e ritorno dalla morte.

Questo il titolo della singolare mostra inaugurata ieri a Crema nel tardo pomeriggio, preceduta dalla lettura di alcuni brani tratti dalla letteratura sui vampiri, con

 l’accompagnamento sonoro di Nara Anaya ed Elisa Tagliati. 

Una mostra, la sesta del ciclo libri e grafica, realizzata dal Museo civico di Crema e del Cremasco, con una partecipazione di gruppo, che ha visto protagonista l’area culturale dell’amministrazione, capeggiata dall’assessore Giorgio Cardile, presente alla mostra.

“L’intenzione è di raccontare una storia, che parte dalle pagine dei libri conservate in alcune biblioteche italiane, che hanno appoggiato il progetto e dato fiducia alla nostra istituzione. Così testimonianze pregiate offrono al visitatore la possibilità di conoscere punti di vista, interpretazioni e suggestioni su un argomento così vasto come quello delle credenze sui non morti e delle relative fantasie letterarie e artistiche”. 

Una raccolta minuziosa di 200 opere, tra testi letterari e poetici, anche illustrati, provenienti da biblioteche pubbliche e collezioni private ma anche riviste, iconografie, fogli sciolti, character in grafite, schizzetti e incisioni. Fra tutti il De masticatione mortuorum in tumulis di Michael Ranfft e le diverse copertine dedicate nella mostra al mito di Dracula , creato da Bram Stoker e della Femme Fatale.

I tre curatori della mostra Lidia Gallanti, Edoardo Fontana e Silvia Scaravaggi (responsabile del museo) hanno raccontato l’iter di questo lavoro di grande rilievo fra arte e letteratura, che ha aperto le porte durante il weekend di Scripta, la mostra mercato dedicata ai libri, alla grafica e alla stampa, giunta alla 29esima edizione. 

Del resto la figura del vampiro è un evergreen, dai miti antichi fino a icona pop contemporanea. 

Certo, un’icona ambivalente pervasa da oscurità e tenebre che, da sempre, rappresenta il simbolo ambiguo della lotta perenne tra il bene e il male. 

Culture, religioni, credenze differenti spesso si sono ritrovate nell’obiettivo di poter spiegare i fenomeni esoterici e pseudoscientifici del ritorno dalla morte.

La parola ‘Vupyr’ compare per la prima volta in Serbia nella letteratura nel Settecento e nei due secoli successivi ha cercato di delineare la sua immagine fluida, affascinante, misteriosa, completamente fuori dalle leggi naturali, sospesa fra la vita e la morte e con il potere continuo di incarnarsi in corpi diversi.

La mostra sarà visibile fino al 12 gennaio 2025.