Crema, 21 febbraio 2024
(Valentina Ricciuti) Al Galilei di Crema il poeta statunitense Craig Czury sostiene, attraverso un approccio creativo del tutto personale e fuori dai canoni istituzionali, che sia possibile trattare gli studenti come individui unici con un'unicità di talenti: è la realizzazione umana di "Poem Fusion", come ama definirla lui stesso.
Lo studioso, conosciuto e premiato in tutto il mondo, dedica da oltre trent'anni la sua vita a questo tipo di insegnamento, concentrandosi sui punti di forza umani e applicando una metodica innovativa che riesce a scavare dentro ognuno e a tirar fuori il proprio io alleggerendo l'animo. "Ho cominciato al Galilei nel 2016 - racconta - con una classe quinta, in via del tutto sperimentale. Poi il progetto si è ampliato e spero possa andare avanti. Quest'anno seguo le classi terze. Penso siano lezioni importanti e catartiche: i ragazzi riescono a tirar fuori quello che con l'insegnamento tradizionale non viene a galla. Un madrelingua può fornire tutti gli strumenti linguistici e fare in modo che i giovani si esprimano pienamente riuscendo a parlare in inglese di ciò che provano dentro. Nelle lezioni di inglese accademico gli studenti cercano di discorrere in inglese degli argomenti più disparati tranne che di sé stessi. E non mi riferisco all'altezza e al colore degli occhi ma alla descrizione del proprio io".
Perché la poesia è così importante nella vita?
"La mia vita prima che incontrassi la poesia è stata un fallimento (Czury è stato abbandonato alla nascita e ha subito violenze dalla sua famiglia adottiva ndr). Per me non c'era nient'altro se non la poesia. Trovo sia l'ultimo linguaggio rimasto e la coralità che si manifesta con la "Poem Fusion" amplifica la capacità di cogliere l'essenza della vita".
In cosa consiste questa metodica che porta in giro per il mondo?
Nel ventunesimo secolo, nel post post modernismo, il poeta non può essere semplicemente una testa che parla. Ai ragazzi chiedo di prendere un foglio bianco e di buttar giù dei versi in inglese soffermandosi su ciò che sentono. Chiedo loro di scegliere dal loro poema il verso che più lì aggrada e di scriverlo sul muro. Trovo che sia il posto migliore dove fare esplodere le proprie creazioni. Successivamente chiedo a ciascuno di loro di raccogliere tutti i frammenti, anche quelli dei compagni di classe e scrivere una nuova poesia che a questo punto non sarà più un lavoro individuale ma comune. La poesia non è più "pensiero" ma puro "ascolto". Nonostante le parole siano le stesse, la nuova poesia rispecchierà il vissuto di ogni studente. Come nel jazz. È un po' quello che faceva Duke Ellington quando componeva dopo aver ascoltato i suoi musicisti suonare mentre riscaldavano gli strumenti. La poesia può essere letta in ogni direzione da tutte le voci che hanno contribuito alla sua creazione: nell'esecuzione della poem fusion si ottiene pieno contatto tra tutti i partecipanti. È un momento mistico. Confesso che all'inizio i ragazzi si divertono molto ed anche i più timidi sono partecipi e coinvolti in questo processo".
"Poem Fusion - racconta una studentessa - è una coralità poetica, di sentimenti, derivante non dall’annientamento delle singole individualità ma fusione di personalità che diventano un tutt’uno vitale, un organismo formato da miliardi di cellule in perfetta sintonia tra di loro e con la realtà circostante. Sono momenti toccanti, alti. Assistendo a queste lezioni persino un insegnante di L2 aveva colto quest’aspetto così particolare e inconsueto. Meglio così! Buona parte dei docenti è scettica ed ha pregiudizi, talora insormontabili, nei confronti di ciò che non rientra nell’ortodossia didattica, fatta sì di studio e duro lavoro ma carente in originalità e innovazione".
Secondo Gianmario Gambaretti, ex docente del Galilei oggi in pensione - la Poem Fusion è una metodologia che meriterebbe tempi più lunghi e nuovi spazi scolastici. È ammirevole quello che il poeta, soprattutto negli Stati Uniti, porta avanti con persone di varia estrazione sociale e età: senzatetto che trovano rifugio in ospizi, carcerati e ex carcerati, studenti di varie scuole della Pennsylvania, anziani che vogliono ritrovare la gioia di sentirsi vivi e di poter dire la loro usando il linguaggio della poesia".