Crema, 05 febbraio 2024

(Annalisa Andreini) Perchè si mangia il panettone a San Biagio? 

Anche quest’anno, come da tradizione, in tanti il 3 febbraio hanno mangiato il panettone in occasione della festa di San Biagio.

Per precisione l’ultima fetta di panettone tenuta gelosamente da parte dalle feste natalizie. 

L’usanza impone infatti di mangiare almeno un boccone del “vecchio panettone”, meglio se a colazione e, a dare un’occhiata sulle immagini dei social, in tanti cremaschi hanno rispettato quest’antica usanza. Una volta era contemplata solo in quel di Milano per ricordare il santo, che benedice la gola e il naso e invece già da parecchio tempo anche nella Bassa ha preso piede.

Ma chi era San Biagio?

Un medico armeno che salvò un ragazzo, in procinto di morire per una lisca conficcata in gola, con un semplice pezzo di mollica: tutti gridarono al miracolo.

Una leggenda contadina invece racconta il curioso episodio di una massaia milanese che portò a frate Desiderio un panettone con la richiesta di benedirlo. Ma il religioso, piuttosto goloso, inizia a smangiucchiarlo fino ad arrivare alla fine quasi senza accorgersi. Quando la massaia si ripresenta per il ritiro proprio il 3 febbraio ecco che accade un altro miracolo: il panettone è raddoppiato di volume. E così via libera ad un rito ormai collettivo: benedire il panettone avanzato per proteggere la gola e non solo a Milano città.

Pochi sanno però che esiste anche la “Torta di San Biagio” nella zona di Cavriana e Monzambano( in provincia di Mantova), poco distante da noi. Viene preparata proprio il 3 febbraio in onore del patrono locale e ha la Denominazione comunale d’origine: una frolla rustica con un ripieno molto particolare decorata con delle strisce ritagliate sulla superficie a mo’ di crostata. La particolarità di questo dolce è racchiusa nelle famose mandorle di Cavriana, molto amate dai Gonzaga che solevano offrirle ai nobili di corte ed erano considerate persino afrodisiache. La storia racconta che le donne Cavrianesi l’avevano ideata con i prodotti locali per omaggiare i pasticcieri di Luigi XIII giunti dalla Francia in visita al Ducato di Mantova. Così ancora oggi, durante i giorni della fiera di San Biagio, la torta viene donata ai visitatori ricordando la vecchia usanza.