Crema, 01 febbraio 2025

(Annalisa Andreini) San Biagio è vicino, si celebra il 3 febbraio e la ricorrenza è abbinata al panettone.

Per ricordare la festa di San Biagio di Sebaste, un vescovo armeno martirizzato per la sua fede, si suole mangiare il panettone benedetto.

San Biagio, vissuto nel III secolo, è il santo protettore della gola e del naso e così, la mattina del 3 febbraio, è tradizione mangiare un pezzetto di panettone avanzato da Natale, per proteggersi dalla gola e tenersi lontani da tutti i malanni.

Seguirà poi la benedizione solenne con le due candele incrociate sotto il mento dei fedeli.

Un’usanza contadina diffusa a Milano, nell’hinterland milanese e nella zona della Brianza, ma che è molto sentita anche nel territorio cremasco. 

Tanti sono i miracoli attribuiti al Santo ma quello più noto è quello legato al salvataggio di un bambino, che stava soffocando per una lisca di pesce in gola, grazie a una semplice briciola di pane.

La leggenda popolare racconta che una contadina aveva portato al parroco un panettone da benedire prima di Natale e lo aveva dimenticato in canonica. Il prete goloso cominciò a mangiarlo, convinto che la donna non l’avrebbe più richiesto. Quando la donna ritornò per riprenderlo, il prete, imbarazzato e intento a scusarsi, si ritrovò tra le mani miracolosamente il panettone intero. 

Così, già da questo weekend, in alcune pasticcerie di Crema, tra cui Dolci Torte, sarà possibile trovare il panettone tradizionale. 

Ma quest’anno ci sarà anche un’altra sorpresa inaspettata per la città. 

La nuova pasticceria Grello in via Mazzini, oltre al panettone (disponibile anche a fette ) ha proposto la Torta di San Biagio, che sta riscuotendo particolare curiosità, come dessert dell’omonima festività.

Un guscio di frolla, uno strato di marmellata di arance amare, canditi di arancia e uvetta, Pan di Spagna inzuppato alla vaniglia e Maraschino e, per concludere, frangipane alle mandorle e una corona di mandorle come decorazione.

Un’esplosione di dolcezza racchiusa nei vari strati friabili esaltati dal sentore piacevole dell’arancia, unito in modo armonico ad uvetta e vaniglia.

L’utilizzo delle mandorle, infine, ricorda la torta tipica preparata nella zona di Mantova e dedicata al santo patrono.