Crema, 11 gennaio 2025

(Annalisa Andreini)

Perché buttare se puoi barattare?

Ecco spuntare anche a Crema i swap party.

È questo il progetto young messo in piedi da sei studentesse del liceo cremasco Racchetti da Vinci dell’associazione Liberi da. 

Un progetto di sostenibilità e riutilizzo, che intende dare nuova vita ai vestiti non utilizzati e che finirebbero, inesorabilmente in soffitta o in cantina.

L’input è partito da sei ragazze, che hanno voluto porre all’attenzione dei loro compagni un problema concreto, che sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti.

I focus su cui soffermarsi a riflettere: sostenibilità, riciclo, condivisione, empatia, e rispetto per l’ambiente.

Loro sono Camilla Campi, Anita Floravanti, Thea Tamirsi, Alessandra Carli, Emma Sangiovanni ed Emma Campi.

La pagina Instagram, aperta dal 2019 da una classe di studenti, si chiama appunto liberi da e cerca di coinvolgere la fascia degli adolescenti con un progetto a tutto tondo, in grado di dare una seconda vita agli abiti attraverso svariate iniziative.

Chi ha lanciato l’idea? 

Camilla Campi, che alla fine del 2023 era rappresentante d’istituto, ha pensato di far conoscere ed estendere i temi lanciati dall’associazione attraverso la pagina social, ma con un passo in avanti: lanciare anche a Crema, come già in tante altre grandi città, i famosi swap party.

Cosa sono? 

Simpatici mercatini dell’usato, di raccolta e di scambio, in cui si possono portare i propri vestiti (che non si usano più ma in buone condizioni) e si possono scambiare con altri attraverso una pseudo-moneta, i token, corrispondenti al valore del capo donato( un token vale 3 euro- 5 token 13 euro) e utilizzati poi per pagare.

E così si rimette la moda in circolo.

Un’ idea del valore: vestiti per bambini(1 token)-magliette e camicette( 2 token)-pantaloni, jeans, gonne e vestiti (3 token)-felpe, maglioni e giacche( 6 token)-soprabiti (10 token). 

Un lavoro energico che coinvolge l’intero team di giovani, che ha cercato di puntare sulla propaganda per far conoscere questi mercatini sensibilizzando l’opinione pubblica sul tema della sostenibilità.

I social media hanno avuto un ruolo chiave?

“Assolutamente sì - dichiarano le ragazze coinvolte. - Abbiamo cercato di sfruttare le potenzialità dei mezzi di comunicazione della nostra generazione e questo ci ha permesso di costruire un ampio circuito di amici e di persone per far conoscere e supportare il progetto”. 

Se non si hanno vestiti da scambiare è possibile comunque acquistare i token nei luoghi dell’evento.

I swap party, in quel di Crema, vengono organizzati all’interno di iniziative sociali più a largo raggio e con la collaborazione di altre realtà locali in modo da riscuotere una maggiore risonanza. 

Ora il cammino è tutto proteso al futuro proseguendo su questo obiettivo: dare una nuova vita ai vecchi vestiti per far crescere, pian piano, una comunità più attenta all’ambiente, alla riduzione degli sprechi e indirizzata contro il fenomeno, ormai diffuso, del “Fast Fashion”.