Crema, 03 settembre 2023

(Luigi Dossena e Pier Giorgio Ruggeri) Dal 1095 al 1270 vennero istruite otto crociate per cercare di riconquistare il Santo sepolcro e arginare l'avanzata dei musulmani, cosa che preoccupava la Chiesa. Solo la prima crociata riuscì nell'impresa, mentre le altre sette non arrivarono a Gerusalemme. La storia ci dice che ci furono cremaschi che presero parte alle crociate e mentre non abbiamo nomi di chi andò con la prima e la seconda, l'attenzione si fissa sulla terza spedizione, non solo per il fatto in sé, ma per l'architettura della stessa, che ha fondamenta importanti nella nostra città, al di là della partecipazione, non proprio numerosa, di nostri concittadini.

Diremo che uno degli architetti di questa crociata fu Sicardo, ventenne di belle speranze venuto da Casalmaggiore a studiare nel monastero di S. Benedetto (1175). Era presente nel Duomo di Crema con il Barbarossa per la solenne ricostruzione della città (7 maggio 1185) e poco dopo, nel mese di agosto 1185, a trent'anni, venne eletto vescovo di Cremona, dove restò fino al 1215. La sua rapida carriera ecclesiastica gli venne riconosciuta grazie a una fortunata spedizione diplomatica a Magonza, dove, incaricato dal vescovo Offredo de' Offredi e dal papa Lucio III, ottenne buoni risultati. Rientrato in Italia nel 1184, diventa vescovo l'anno successivo, contribuisce alla fondazione di Castelleone (1188) e dà una mano nella preparazione della III Crociata (1189). Quando studiava nel collegio di S. Benedetto a Crema, Sicardo vedeva le navi passare sul Serio. Sapeva anche che a Crema c'erano maestri d'ascia e così, in previsione della III Crociata, ecco che Sicardo, con il conte di Crema e Camisano Gherardo, fa costruire una nave da carico di 15 metri, la Buza, che arriverà a Cremona e che scorterà il Barbarossa nell'impresa che lo vedrà morire annegato prima di arrivare a destinazione (1190). A questa terza spedizione partecipano i cremaschi Andrea, prete di S. Pietro in Vailate, Biancasola, giudice di S. Benedetto, Giovanni Bono, signore della chiesa di S. Benedetto, Guglielmo Guinzoni e il notaio Petrobono Cusastro. Inoltre c'è un documento dove il cardinale Ugolino d'Ostia, poi papa Gregorio IX, scrive ai conti di Camisano e Crema, Gherardo e Manfredo, anche loro presenti alla III crociata, perché si ricordino di versare un contributo alla Chiesa su quello che deprederanno durante la spedizione (pecunia non olet...)

C'è poi la IV Crociata (1202-1204) e a questa partecipa in prima persona anche Sicardo che parte con cremaschi e cremonesi il 22 settembre 1202. Farà ritorno a Cremona nel dicembre del 1205, inorridito dalle barbarie vissute durante la spedizione con la quale arrivò fino a Costantinopoli, dove il 18 dicembre celebrò una messa solenne in S. Sofia.