
Cremasco, 16 maggio 2021
7a Domenica di Pasqua anno B ASCENSIONE
La Parola: At 1,1-11 Sal 46 Ef 4,1-13 Mc 16,15-20:
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Da qualche giorno abbiamo iniziato l’impegno annuale della visita alle famiglie portando la benedizione della Pasqua. Quest’anno poi mi sembra di essere accolto con ancora maggior piacere forse perché l’esplosione del covid della primavera scorsa ci ha costretti a saltare completamente per un anno questa bella tradizione. Anche il fatto che si compia solitamente durante il periodo pasquale mi sembra molto significativo. Ascoltando il comando di Gesù ripetuto più volte in questi giorni e specialmente oggi nella solennità dell’ascensione di andare ovunque ad annunciare il Vangelo credo proprio che il nostro impegno pastorale che più si avvicina alle intenzioni di Gesù, sia proprio la visita alle famiglie per la benedizione pasquale. Oltre alle campane che quando suonano arrivano davvero a tutti i residenti in parrocchia e non soltanto a quanti le attendono per poter partecipare ai momenti religiosi della comunità, così l’occasione delle benedizioni alle famiglie rimane l’ultima possibilità per i sacerdoti di suonare davvero a tutti i campanelli e poter incontrare di persona tutti i fedeli, anche quelli che per diversi motivi, pur battezzati e cresimati, hanno perso contatto con la comunità cristiana... e son tanti davvero. Anche dopo tre anni di servizio pastorale qui a Sergnano è sempre bello sentirsi interrogare sul proprio nome e ruolo in parrocchia, ascoltando i bellissimi ricordi che ancora qualcuno ha di qualche mio confratello presente in questa comunità magari una decina di anni fa. Davvero non abbiamo bisogno di seguire l’esempio di Padre Gigi e partire per l’Africa ad annunciare il vangelo, ci sono tante possibilità anche qui di incontrare persone che ancora aspettando di incontrare Gesù, pur dopo aver seguito per anni le nostre proposte catechistiche e sacramentali offerte a tutti i ragazzi e alle loro famiglie. Non voglio certo piangere o disperarmi per le ricchezze offerte e non adeguatamente accolte durante gli anni del catechismo per l’iniziazione cristiana, ma piuttosto sentirmi impegnato, insieme ai tanti cristiani credenti della comunità parrocchiale, a portare di nuovo a tutti l’annuncio pasquale della resurrezione del Signore con la convinzione che sia sempre una parola di cui tanti fratelli distratti hanno ancora bisogno, specialmente in periodi così travagliati come quelli attuali a causa della pandemia. La testimonianza cristiana della carità, della fede e della speranza non è mai mancata, anche nei momenti di maggior chiusura e distanziamento sociale, e adesso che sembra aprirsi uno spiraglio per ritornare a un po’ di serena ordinarietà credo sia ancora più necessario che tutti i credenti si sentano chiamati in prima persona a portare a tutti con gesti, comportamenti e parole, l’incredibile annuncio della vittoria di Cristo risorto sulla morte e sul nostro peccato. Noi non siamo accompagnati da segni prodigiosi, come gli apostoli nei primi momenti della storia della Chiesa, ma credo che tanti segni concreti di attenzione, di amore e generosità verso tanti nostri fratelli siano ancora il modo migliore per continuare l’opera del Signore Gesù venuto a portare pace e gioia a tutti gli uomini.
(Sul mio canale youtube trovate il video della riflessione: https://youtu.be/khDpGGCUd80 )
Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione