Crema News - Carissima vacanza per i disabili

Crema, 12 giugno 2021


La rete Cremautismo e le associazioni prendono atto per l’ennesimo anno del trattamento discriminatorio posto in essere dalle istituzioni nei confronti delle persone con disabilità nell’organizzazione dei centri estivi, ed evidenziano le seguenti disparità di trattamento:

1) ESORBITANZA DEI COSTI;

2) INIQUITA’ DEI CONTRIBUTI ELARGITI DALLE ISTITUZIONI;

3) DISCONTINUITA’ NEL SERVIZIO DI CURA

Quanto all’esorbitanza dei costi per un bambino/a ragazzo/a normodotato/a le famiglie pagano una quota diciamo accettabile (fra i 50€ ed i 70€ a settimana), mentre per le persone con disabilità le famiglie devono pagare importi decisamente maggiorati (fino a 6 volte tanto la settimana, tra i 180 ed i 420 Euro a settimana). E sul tema ogni anno si assiste al medesimo gioco di scarico di responsabilità “è colpa degli enti del terzo settore” “i costi dell’educatore nel rapporto 1:1 sono eccessivi” e chi più ne ha più ne metta.

Il legislatore si è dimostrato attento nell’emanare molteplici leggi a tutela della disabilità e delle pari opportunità......sebbene si sia dimostrato meno efficace nel darvi concreta attuazione nella loro interezza. Ad oggi la “cura” e l’”assistenza” delle persone con disabilità è per lo più affidata agli enti del terzo settore, gli unici a realizzare opportunità ed offrire servizi coscienti che se si aspettasse lo stato per l’applicazione delle leggi, le persone con disabilità rimarrebbero chiuse in casa e/o a carico delle famiglie che ovviamente prima o poi scoppierebbero. Eppure il terzo settore è spesso soggetto a critiche relative all’esorbitanza dei costi.....dimenticandosi che un servizio adeguato ai bisogni delle persone disabili lo si ottiene grazie al lavoro di cura ed educativo di personale altamente qualificato, e lo Stato e le Istituzioni non dovrebbe dimenticare che tali oneri dovrebbero essere a loro carico, ed anzi dovrebbero avere maggior rispetto e riguardo per il Terzo Settore che, ad oggi, è l’unico a fare da tramite tra i diritti e i servizi.

Le istituzioni erogano contributi iniqui (in alcuni casi inesistenti) ai disabili ed alle loro famiglie in grado di coprire solo in minima parte i costi che le famiglie sostengono, inoltre spesso sono le famiglie a dover anticipare costi successivamente rimborsati con tempi lunghi e mai definiti (molte famiglie per esempio si trovano a dover decidere per l’iscrizione ai centri estivi senza avere nessuna certezza sui contributi a sostegno). Tale sistema di incertezza crea ulteriori problemi e carichi di stress alle famiglie che ogni estate dipanandosi nei meandri delle normative regionali e locali si vedono costrette a richiedere a più enti differenti fondi una tantum per cercare di consentire al disabile ciò che in realtà è il diritto alla “cura” ed all’”assistenza” che nei mesi estivi non può e non deve andare in vacanza! Così Enti e famiglie si ritrovano a dover dare risposte che in realtà devono essere in capo alle istituzioni. La frase “non ci sono i fondi” gira dal dopo guerra ad oggi, non la si può sentire: banalmente detto il diritto ad un intervento chirurgico non lo si mette in minimo dubbio perché è un diritto alla salute, allora perché per la “cura” e l’”assistenza” ai disabili non viene applicata la stessa modalità? Non è più ammissibile che ai tavoli di confronto le istituzioni facciano sentire in debito sia gli Enti che le Famiglie perché sono le istituzioni che devono garantire i Servizi, le “Cure” e l’”Assistenza”. Come non è più ammissibile o tollerabile che i fondi siano distribuiti quasi ad personam, creando disparità di trattamento fra le famiglie site nel medesimo ambito a seconda della virtuosità o sensibilità delle rispettive amministrazioni comunali!

I centri estivi per tutti sono sacrosanti e fanno parte del diritto alla salute, all’inclusione, alle pari opportunità, ed è per tali ragioni che il riconoscimento del costo deve essere a carico degli enti pubblici

(almeno la quota in eccesso rispetto ai bambini e ragazzi normodotati) e non alla benevolenza di uno o dell’altro.

Quest’anno le famiglie hanno deciso di far sentire la loro voce ed il loro sdegno, e chiedono che le Istituzioni intervengano senza ritardo alcuno per porre fine a questa ignobile condotta discriminatoria perché la d