Palazzo Pignano, 12 ottobre 2021
Seconda udienza del processo per omicidio contro Eugenio Zanoncelli, accusato di aver ucciso la moglie Morena Designati, lo scorso 24 giugno 2020. In aula ieri sono sfilati i parenti della vittima e dell'uomo. Particolarmente toccante quella del fratello dell'uomo, che ha raccontato cosa fosse successo quella sera, quando Eugenio gli ha portato il figlio. Roberto Zanoncelli ha ricordato che quella sera dapprima aveva ricevuto una telefonata da parte del fratello che confessava di aver ucciso la moglie. "Poi, intorno alle 22, Eugenio è arrivato a casa mia con il figlio e lo ha lasciato davanti alla porta. Mi aveva detto che non ci avrebbe più rivisti e quindi si è dato alla fuga. Mio nipote mi ha detto che il papà aveva ucciso la mamma: erano le 22.10 quando ho chiamato i carabinieri per dire loro quel che era successo. Il ragazzo adesso sta bene, va a scuola e prende buoni voti, ma non è mai andato a trovare il padre in carcere".
Sul banco dei testimoni sono sfilati i parenti di Eugenio Zanoncelli, quelli della vittima Morena Designati, il capo del reparto dove Zanoncelli lavorava, che ha riferito come due giorni prima l'imputato gli avesse annunciato l'intenzione di licenziarsi per dedicarsi alla cura della moglie, le compagne di lavoro di Morena, che hanno riferito di aver notato lesioni in volto e sul corpo della donna, ma che lei le avesse attribuite a cadute. Infine, anche l'imputato ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee. Ha detto di non essersi mai rivolto alle strutture per ottenere aiuto perché troppo difficile e l'intenzione di licenziarsi dal lavoro per occuparsi di lei, ma non è entrato nel merito di quel che è successo il 24 giugno.
Il processo riprenderà lunedì prossimo per ascoltare altri testimoni e il medico legale Margherita Fornaciari.
Nelle foto, Eugenio Zanoncelli e Morena Designati