Trescore, 10 dicembre 2024
(Gianluca Maestri) Non è passata la mozione contro il bullismo e il cyber bullismo presentata nel corso dell'ultima seduta del consiglio comunale da Anna Ogliari, capogruppo della minoranza di Pronti! Per Trescore. Decisivo il no del gruppo di maggioranza della Lega mentre Cristina Mandelli, rappresentante della minoranza di Trescore Futuro, ha votato a favore. Non era presente invece Emilio Carioni, rappresentante della minoranza di Lista Carioni.
Il documento a firma Pronti! Per Trescore chiedeva l’impegno del comune ad avviare un monitoraggio costante con l'istituto comprensivo di Trescore circa gli episodi di bullismo e cyber bullismo presenti nelle scuole del paese e dei comuni limitrofi e l’impegno a coordinarsi con l'istituto comprensivo stesso, con gli altri comuni che vi fanno capo e con le sale di distribuzione cinematografica per organizzare la visione de Il ragazzo dai pantaloni rosa, il film che racconta la vita del giovane Andrea Spezzacatena che, a seguito degli attacchi di bullismo e di cyber bullismo, nel 2012 prese la tragica decisione di togliersi la vita.
Il sindaco Angelo Barbati ha definito la mozione presentata dalla Ogliari senza significato:“Perché quanto previsto e richiesto dalla mozione viene già fatto dalle forze dell’ordine, dalle scuole e dalle assistenti sociali. Il film – ha aggiunto - andrebbe fatto visionare più ai genitori che ai ragazzi. Il problema è la crisi della centralità della famiglia ed è su questo tema che occorrerebbe intervenire. Vi sono elementi di arroganza nella mozione”.
Secca la replica della capogruppo di Pronti! Per Trescore. Secondo Anna Ogliari, che ha invitato (invano) i componenti della maggioranza leghista a ripensarci, il diniego alla mozione è immotivato e offensivo nei confronti del gruppo che l’ha presentata, oltre che completamente inesistente.
Cristina Mandelli ha aggiunto: “La visione del film è utile, previo accordo con la dirigente scolastica, ma è comunque necessario fare di più, molto di più. Il bullismo c’è sempre stato ma si è acuito attraverso i social, alimentato da una classe politica che diffonde odio aizzando divisioni e gettando benzina sul fuoco”.