
Sergnano, 16 maggio 2025
(Niall Ferri) Il diniego da parte del comune di Sergnano alla costruzione di un nuovo impianto per la produzione di biometano, proposto dalla società Energia Verde Bio Sergnano, apre un nuovo fronte politico. A sollevarlo sono i consiglieri comunali di opposizione Gian Paolo Samarani e Paolo Franceschini i quali, attraverso una lunga nota, mettono in discussione la coerenza dell’operato dell’amministrazione sollevando dubbi sulla gestione dell’intera vicenda. Il caso è legato alla mancata autorizzazione dell’impianto proposto da Energia Verde, rispetto alla quale – sottolineano i consiglieri – il comune ha fatto ricorso a consulenze normative e tecniche per motivare il diniego. Quelle stesse consulenze, però, sarebbero state ignorate nella riconversione di un altro impianto di biogas già esistente e di proprietà dell’azienda agricola di Ernesto Zaghen: “La riconversione – spiegano – è stata autorizzata dal comune tramite la procedura del silenzio/assenso, quindi senza che l’ente stesso abbia richiesto nulla di ciò che ci si poteva aspettare”. Una scelta che secondo l’opposizione si traduce in una contraddizione evidente: “La domanda è: come mai, anche l’assenza di queste prescrizioni, ha portato da una parte al diniego di costruzione del nuovo impianto mentre dall’altra, per la conversione di quello esistente, ciò non è successo e si è arrivati, comunque, all’autorizzazione? Sembrerebbe una contraddizione basata su una valutazione fatta usando due pesi e due misure”.
I consiglieri chiariscono di non essere contrari alla riconversione dell’impianto già attivo, ma contestano la disparità di trattamento e l’assenza di controlli o condizioni minime per garantire la sicurezza ambientale e sanitaria del territorio. “Le prescrizioni riguardanti i controlli e le verifiche dell’impianto, le mitigazioni e le compensazioni previste, non vanno a ledere gli interessi dell’impianto stesso bensì garantiscono che Sergnano e i suoi abitanti si ritrovino sul loro territorio un’azienda sicura, pulita e senza alcun pericolo per nessuno”. Ma nel mirino dell’opposizione non c’è solo il merito delle scelte, quanto anche il metodo adottato dall’amministrazione comunale, ritenuto opaco e carente di trasparenza. “A tutto ciò, si associa il fatto, anche questo incontestabile, che da parte dell’amministrazione e della sua componente tecnica, ci sia stata una gestione di tutto questo affaire quantomeno lacunosa; tant’è che per risolverla si è dovuto ricorrere a un consulente esterno, pagato fior di soldi di noi contribuenti”.