Montodine, 21 novembre 2023

(Valentina Ricciuti) Quentin Macq è un francese in sella alla bicicletta in giro per l'Europa. Un itinerario lungo 27mila chilometri in autonomia per attraversare 26 Paesi europei, cominciato quasi un anno fa. Mica male. Soprattutto se le avventure itineranti hanno tutte un epilogo accogliente come quella della scorsa settimana nel cremasco. 

Ma facciamo un passo indietro.

Mercoledì scorso verso le 15:00 il cicloturista rompe un pedale della sua bicicletta mentre si trova a San Bassano e chiede aiuto citofonando alla prima casa più vicina. A rispondere nientepopodimeno che Marta Cavalli, campionessa italiana che corre su strada e su pista per una team femminile francese. Quando si suol dire il caso...

La ciclista aiuta Quentin sistemando alla meglio il pedale e indirizzandolo da Antonio Agardi che ha una ciclofficina a Moscazzano. Ma durante il percorso la bici accumula altri guasti tra cui una foratura e il francese arriva in negozio con il buio, dopo le 17.

"Ho corso anch'io per molti anni e so cosa significa - racconta Agardi - così ho pensato di offrire ospitalità al giovane che mi è sembrato a pelle una bravissima persona. Non sono bravo né con l'inglese né con il francese ma per fortuna c'era mio figlio ventenne Mattia che ha padronanza linguistica e ci ha aiutati a comunicare e conoscere meglio il ciclista".

Il turista francese su due ruote è in realtà un ingegnere che lavora in una grande azienda che produce pezzi di ricambio per le navi ed è solito cimentarsi in avventure sulla sella della sua bici. Nel 2019, in 5 mesi, aveva macinato 11mila chilometri, da New York a Los Angeles. 

"Il mattino seguente - continua Agardi - Quentin voleva ripartire verso Piacenza ma l'ho visto molto provato e stanco e così gli ho chiesto se voleva fermarsi ancora da noi a Montodine. Alla fine è ripartito sabato mattina commosso per la nostra ospitalità". 

"Non so se sono stato sfortunato con i miei problemi meccanici o fortunato con questi bellissimi incontri - racconta Quentin. - Non credo di poter ringraziare abbastanza la famiglia Agardi. Amo la gente che vive qui e sono felice che il mio italiano sia migliorato. Con Marta Cavalli e Mauro Premoli ho attraversato in sella borghi e città con molto fascino, curve strette prese a gran in velocità: non capita tutti i giorni di pedalare con i campioni! E' stato uno scambio interessante tra due universi diversi: il viaggio in bici e la competizione su strada. Lo ammetto. Me ne sono andato con un pizzico di nostalgia nel cuore, perché mi sono affezionato a queste persone e a questo bellissimo posto nascosto d'Italia".