Crema News - Castelleone - Diego Pedrini in terra di missione Diego Pedrini con alcuni ragazzi di Zumbu

Castelleone, 24 ottobre 2025

(Gianluca Maestri) Da cinque mesi vive a Zumbu, un villaggio situato all’estremo nord-ovest del Mozambico, al confine con lo Zambia, dove mette quotidianamente a disposizione della locale diocesi le proprie competenze artigianali e tecniche svolgendo lavori di manutenzione idraulica, impiantistica ed edilizia, fondamentali per il funzionamento delle strutture della missione: dalle case dei missionari alle scuole, dalla chiesa ai centri di salute.

Lui è Diego Pedrini, 32enne di Castelleone, una laurea in tecnologie alimentari a Cremona, per tanti anni educatore e catechista in oratorio nonché fondatore assieme ad altri giovani, e primo capogruppo, degli scout locali. Al termine di un percorso di riflessione iniziato tre anni fa ha scelto (fondamentale è stato al riguardo l’incontro di Diego con un padre missionario della Consolata di Torino) di partire per una missione in Africa, prima per un solo mese poi stabilmente.

A Zumbu in questi mesi Diego ha lavorato intensamente per ristrutturare la casa parrocchiale e la chiesa ma il suo servizio pastorale si estende anche ad altri villaggi di un territorio vastissimo, fino alla diocesi di Miruru, località raggiungibile solo addentrandosi nella foresta.

Pedrini vive in una zona tranquilla dal punto di vista sociale, nella quale la povertà è diffusa ma si tratta di una povertà dignitosa. Le persone conducono un’esistenza estremamente semplice e a caratterizzarle è una grande generosità: se hanno qualcosa, lo condividono. Nessuno trattiene solo per sé.

“Non sono mai stato uno da grandi consigli –dice lui- però mi sento di dire ai giovani di prendersi una pausa di almeno un anno attorno ai vent’anni. Un anno per fermarsi, per staccarsi dallo studio e dal lavoro e dedicarsi agli altri. Che sia una missione, il servizio civile o un’esperienza in un’associazione o gruppo: l’importante è uscire dalla propria casa, dalla propria famiglia, dal proprio paese, per offrire il proprio tempo a chi ha bisogno. Nel tempo che ho trascorso qui in Mozambico, mi rendo conto di essere cresciuto molto. È una sfida continua che ti spinge a maturare. Non rinnego nulla degli ambienti in cui ho vissuto (se oggi sono qui, è grazie al cammino fatto in parrocchia) ma vivere un’esperienza del genere ti insegna tanto. Una volta tornato in Italia spero di poter fare da ponte tra Cremona e il Mozambico per permettere anche ad altri giovani di vivere ciò che io sto avendo la fortuna di sperimentare”.