Crema, 19 ottobre 2024

(Annalisa Andreini)  Le vite del San Domenico: inquisitori, nobili, artisti e musici.

Questo il titolo della mostra inaugurata dedicata ai 25 anni del teatro cittadino.

Nel foyer del teatro il presidente Giuseppe Strada ha illustrato il significato profondo della mostra, allestita nella Galleria Arteatro e il lungo percorso vissuto dal teatro cremasco dal 1332 al 1999 e dal 1999 al 2024: da chiesa a cavallerizza, da dormitorio per i soldati a ospedale, da scuola a palestra fino ad arrivare a oggi. Nel tempo ha visto una crescita esponenziale: dalla prima stagione teatrale (1999/2000) con 31 spettacoli e 8400 spettatori all’ultima (2023/2024) con 82 spettacoli e più di 64mila presenze e 46 iniziative proposte da privati. 

“Il teatro ha aperto il sipario il 27 novembre 1999 e ha sempre fatto parte della storia della città - ha dichiarato Strada - e abbiamo cercato di raccontarlo attraverso la mostra e un libro, a cui hanno collaborato diversi autori cremaschi importanti, tra cui Vincenzo Cappelli (presidente della Pro loco). Da sempre è stato teatro di storia, personaggi, tragedie e arte e questi spazi rappresentano il cuore della nostra città. L’occasione dei 25 anni è per fare il punto della storia ma non solo, è anche l’opportunità di raccogliere tutte le opere che, nel tempo, sono passate nella Galleria Arteatro e che la Fondazione ha accolto per incentivare nuove linee di ricerca e sperimentazione artistica. Il libro infatti contiene il catalogo del patrimonio dei vari artisti, che sono stati ospitati in questi spazi e, in cambio, hanno donato un’opera, che è poi entrata a far parte della collezione permanente del San Domenico. Infine, una chicca: il San Domenico è stato anche sede del tribunale dell’Inquisizione nel 1614 e ne vengono raccontate le varie attività come torture, processi e abiure (pene infamanti). Abbiamo anche ricreato una cella dell’Inquisizione, visitabile da fuori”. 

L’assessore alla cultura Giorgio Cardile ha sottolineato invece il sogno di questo progetto, la forza di realizzarlo partendo dalle idee: “La passione del teatro non è mai morta e mette in scena tutti i sentimenti umani. Un teatro moderno, che si è aperto a tutti e che deve rappresentare tutti i cremaschi, anche nei quartieri, dove spesso c’è meno partecipazione culturale. Fa parte di un progresso spirituale e materiale”. 

La parte più bella della mostra, particolarmente apprezzata dai numerosi visitatori presenti, è stata quella delle opere d’arte dei vari artisti, alternati ai meravigliosi abiti di scena della Compagnia filodrammatica del Santuario fondata da Checco Edallo.

Era presente anche Franca Firmi, una delle sarte che si sono dedicate al confezionamento degli abiti di scena.

(La mostra è visitabile sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.00).