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Crema, 17 agosto 2025

Il decreto-legge n. 116 in vigore da sabato 09 agosto, segna una svolta nelle politiche ambientali italiane. Il provvedimento introduce multe molto più severe e amplia in modo significativo l’utilizzo della video sorveglianza come strumento per individuare e punire i trasgressori.

La modifica all’articolo 15 del Codice della Strada consente adesso di utilizzare immagini provenienti da impianti di video sorveglianza pubblici o privati, sia in aree urbane, sia extraurbane, come prova per multare chi getta rifiuti da veicoli in marcia o in sosta, anche senza contestazione immediata da parte delle forze dell’ordine. È sufficiente un fotogramma chiaro della targa per far scattare il procedimento.

Sul fronte delle multe, la stretta è interessante. Per l’abbandono di piccoli rifiuti come mozziconi o fazzoletti è prevista una multa da 80 a 320 euro. Per i rifiuti non pericolosi si passa a sanzioni amministrative da 1500 a 18mila euro, con sospensione della patente da uno a quattro mesi. Nei casi commessi da titolari di imprese o enti si entra nel penale: reclusione da sei mesi a due anni o ammenda da 3000 a 27mila euro. Quando l’abbandono comporta un pericolo concreto per la salute o l’ambiente, la reclusione può arrivare fino a cinque anni, con sospensione della patente fino a sei mesi.

Ancora più severe le pene per i rifiuti pericolosi: per i privati la reclusione va da uno a cinque anni, ma può salire fino a sei in presenza di aggravanti. Per imprese o enti la pena può raggiungere i sei anni e mezzo, con sospensione della patente fino a nove mesi. Sono previste pene fino a sette anni di reclusione nei casi di roghi tossici, discariche abusive o spedizioni illegali, con confisca dei mezzi e delle aree coinvolte.

La tolleranza zero, accompagnata da strumenti di controllo tecnologico e sanzioni esemplari, punta a dissuadere comportamenti dannosi e a garantire un’efficace protezione dell’ambiente.