Crema, 01 gennaio 2025
Le Pmi (Piccole e medie imprese) Italiane vivono anni difficili tra crisi geopolitiche, pandemiche, industriali e le annose questioni di fiscalità e burocrazia. Solo nel 2023, nelle province di Milano, Monza Brianza e Lodi, hanno chiuso circa 1120 imprese manifatturiere, lasciando oltre 11mila persone senza lavoro. Questo fenomeno silenzioso mina il tessuto produttivo del Paese.
Il patto pubblico-privato sembra essersi rotto, e serve un cambio di rotta. A febbraio 2025 verrà pubblicato il Libro Bianco per una nuova strategia di politica industriale, frutto di consultazioni pubbliche, per supportare le Pmi, che costituiscono il 97% delle imprese manifatturiere.
Restano aperti temi critici come la sicurezza sul lavoro, da considerare un investimento e non un costo e l’integrazione dei giovani. Nonostante l’aumento dell’occupazione giovanile, il numero di Neet (persone che non studiano e non cercano lavoro) resta altissimo, con quasi 1,5 milioni di giovani inattivi.
"Non tutto è negativo - afferma il presidente Api Alberto Fiammenghi. - Le Pmi guardano al futuro: il 37% cerca giovani per affrontare le transizioni digitale e green, il 16% esplora nuovi mercati, il 13% innova con risorse proprie o fondi Pnrr e il 10% incrementa le esportazioni. Api supporta queste iniziative, ma serve più coinvolgimento da parte degli associati. Ai giovani, l’invito è di entrare nel settore manifatturiero, cuore del made in Italy, per dare nuova linfa al tessuto produttivo. Investire nelle PMI significa costruire la prosperità del Paese, ma servono azioni concrete per tradurre le intenzioni in risultati".