Bagnolo, 29 agosto 2024
Occhio alla truffa che è costata 15mila euro a una coppia di Bagnolo, gabbata da un finto agente anti frode.
Ecco che cosa è successo.
Stando alla denuncia esposta ai carabinieri del paese, questa coppia nello scorso mese di aprile aveva ricevuto una segnalazione sulla app della sua banca. Secondo il messaggio c'era un tentato pagamento a mezzo bonifico di 300 euro presso un hotel all'estero che era stato respinto. Dopo pochi minuti l'uomo ha ricevuto una telefonata da una persona che si è presentata come un agente antifrode. Costui ha mostrato di conoscere i dati della sua carta di credito, dei suoi documenti di identità e della sua residenza e ha riferito che era stato bloccato un questo bonifico verso l’estero, ma che altri stavano per essere inviati in quanto una persona era riuscita ad accedere abusivamente al telefono e all’app della sua banca. Detto questo, il finto funzionario ha avvertito che a breve sarebbe arrivato un link sul cellulare per cambiare la password e bloccare tutti i tentativi di accesso.
La coppia ha aderito alla richiesta e quando è arrivato il link ha cambiato la password. Così facendo ha comunicato al truffatore la nuova password. Il giorno successivo lo stesso finto funzionario ha chiamato la moglie chiedendo di ripetere quanto aveva fatto il marito per evitare frodi e in effetti sul cellulare sono arrivati messaggi di tentativi di pagamenti effettuati con le carte della coppia. Inoltre il finto agente antifrode ha chiesto alla donna di disinstallare l'App della banca. A questo punto la coppia, forse sospettando qualcosa, ha chiamato il numero verde della banca per bloccare tutte le carte di credito e di debito, ma ha amaramente scoperto che i truffatori avevano già prelevato 15mila euro dai conti utilizzando la password che avevano carpito.
Dopo la denuncia i carabinieri hanno aperto un'indagine e indagando sui codici Iban a favore dei quali erano state effettuate alcune delle transazioni, operazione che ha permesso di identificare i truffatori, due 22enni che operavano da Napoli, i quali sono stati denunciati per l’indebito utilizzo delle carte di pagamento e per accesso abusivo a sistema informatico. Ma dei 15mila euro, nessuna traccia.