Crema, 11 giugno 2021

Sono entrati in piena produzione gli Orti sociali della Caritas. Attività avviata una decina d’anni fa su iniziativa dell’organismo diocesano in collaborazione con Comunità Sociale Cremasca “con l’obiettivo – spiega Claudio Dagheti, allora vice e ora direttore di Caritas Crema – di recuperare dei reliquati d’area di proprietà dei Comuni ma lasciati incolti e, contemporaneamente, far fare esperienza di inserimento lavorativo a persone svantaggiate”.

“Abbiamo avuto da subito a disposizione 8 terreni comunali – aggiunge – ai quali se ne sono aggiunti alcuni di privati, che hanno creduto nel progetto e hanno scelto di donare, o di dare in comodato gratuito, il proprio pezzetto di terra, su cui persone in difficoltà lavorativa oltre a tenersi impegnati e ad acquisire qualche competenza nella coltivazione degli ortaggi, hanno modo di ricevere anche un piccolo compenso dalle borse lavoro e tirocini lavorativi attivati da Comunità Sociale.”

A seguire le attività ci sono due operatori: Renato, che si occupa direttamente del processo produttivo, giorno per giorno, interfacciandosi con l’agronomo per avere qualificate indicazioni, e Matteo a cui compete invece di sovrintendere ai percorsi educativi di inserimento lavorativo attraverso la borsa lavoro o il tirocinio lavorativo.

Le verdure raccolte in questi orti vengono distribuite, ogni giovedì mattina dai giovani che prestano servizio civile in Caritas, presso la Casa della Carità in viale Europa 2, a fronte di un’offerta libera, destinata a sostenere il progetto Orti sociali stesso.

“Per me è la prima volta che faccio l’orto – racconta Zahir Youssef, impegnato nel piccolo campo di proprietà della Caritas a Palazzo Pignano – ed ero preoccupato di non saper fare le cose come si deve; ma con l’aiuto di Renato e degli altri ragazzi, ho subito imparato.”

“È un’esperienza molto bella – aggiunge – che mi dà, oltre a un guadagno, anche un vantaggio nella ricerca di un lavoro.”  

Anche Salvatore, che si occupa della porzione di orti sociali del Comune di Pandino assegnata al progetto, trova positiva l’esperienza: “Ho sempre fatto il muratore, ma seguendo le indicazioni di Renato e osservando le persone che fanno l’orto accanto al nostro – riferisce – vengo qui molto volentieri tutte le mattine dalle 7 alle 10 e anche oltre. La trovo un’attività rilassante e mi dà soddisfazione veder crescere la verdura.” 

“Anche per me – aggiunge Francesco, impegnato nell’orto a Ombriano – è un’esperienza nuova, che mi piace e sto imparando piano piano a coltivare le varie verdure.”

“Per me invece è il secondo anno che vengo qui – gli fa eco Marco – e mi sono subito appassionato. Anch’io non sapevo niente di orti, ma mi piace vedere la verdura che cresce, bagnarla, coltivarla e raccoglierla. È un lavoro molto interessante, che dà anche soddisfazione, perché si vede il risultato dell’impegno che uno ci ha messo.”

Da parte sua, Renato Barboglio – referente del progetto Orti sociali – è contento dei progressi che riscontra giorno per giorno nelle persone coinvolte: “Al di là di quello che riesco a insegnare – osserva – anch’io imparo sempre qualcosa da ognuna di queste persone. Mi fa piacere vedere che apprezzano quanto tramando loro di quel che ho appreso da mio padre. Tutte le mattine faccio il giro di tutti gli orti per dare le varie indicazioni e se c’è bisogno di qualcosa mi contattano. Tra un po’ cominceremo la raccolta e anch’io gli darò una mano.”

A coordinare invece i giovani del servizio civile per la distribuzione, in Casa della Carità, c’è il... volontario storico Marino.


Nelle foto, orti sociali di Ombriano e Pandino