Crema News - La strada giusta

Cremasco, 15 gennaio 2023

Seconda Domenica ordinaria anno A

La Parola: ​Is 49,3.5-6 Salmo 39 1Cor 1,1-3 Gv 1,29-34

Dal Vangelo secondo Giovanni​​Gv 1,29-34

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) L’annuale esperienza degli esercizi spirituali, appena compiuta ad Albino insieme a una quarantina di confratelli, anche lodigiani, di Cremona e uno di Brescia, non è soprattutto l’occasione per un confronto pastorale con altri sacerdoti, ma piuttosto un confronto diretto, guidato dal predicatore, con la parola di Dio e la persona di Gesù. Anche la stessa guida di queste giornate, don Luigi Epicoco, della diocesi dell’Aquila, ha confermato subito di non venire da noi per insegnarci cose nuove ma piuttosto per approfondire e rinnovare la gioia dell’incontro con il Signore e la sua Parola.

A volte sembra che anche i nostri vescovi, nel scegliere i brani evangelici per la domenica, siano pure loro preoccupati di farci approfondire la Parola prima di passare a proporre brani e temi nuovi. Ricorderete infatti che la scorsa settimana, presentando il Battesimo di Gesù al Giordano, abbiamo ascoltato parole molto simili. Per la verità al brano di oggi manca qualcosa, cioè la voce dal cielo che proclama Gesù figlio amato del Padre, ma soprattutto c’è una novità sostanziale: il Battista dà la sua testimonianza a Gesù affermando innanzitutto che lui è l’Agnello di Dio, venuto a ‘portare via’ il peccato del mondo. E noi sappiamo bene come: offrendo la sua vita nella morte in croce per la salvezza degli uomini.

Dopo i racconti silvo-pastorali della nascita del bambino adagiato nella mangiatoia, a cui accorrono i pastori con le loro pecore e agnellini, stiamo molto attenti a non restare in quell’ambiente, pensando a Gesù come a un dolce e caro agnellino da accarezzare e coccolare. L’agnello a cui si riferisce Giovanni il Battista è invece proprio quello che ogni anno ogni famiglia ebrea offre a Dio con un sacrificio cruento e mangiandone le carni in comunione con l’Onnipotente. 

Fin dall’inizio della sua opera di salvezza Gesù viene presentato come colui che muore in croce versando il proprio sangue per la liberazione del popolo e il rinnovo dell’alleanza tra Dio e l’uomo, sancita con il sangue di Gesù. Insomma siamo chiamati a passare subito dalla festa per l’accoglienza del figlio di Dio nato tra noi, alla consapevolezza nostra e di Gesù per la conclusione drammatica della sua esperienza qui in terra, dolorosa ma necessaria per donare la vera pace e il vero amore a tutti. Sappiamo da diversi brani dei Vangeli che il nostro Signore Gesù sapeva bene quello che lo aspettava, vivendo tutta la sua vita in completa obbedienza al Padre. Forse siamo noi che ogni tanto, pur sapendolo, ci dimentichiamo che questa è la via scelta da lui non solo per operare la nostra salvezza ma soprattutto per indicarci la strada giusta per diventare suoi discepoli e confermare nella nostra vita la scelta fondamentale di seguire il suo esempio e i suoi insegnamenti.

Avremo poi modo di confrontarci più direttamente e a lungo con il tema della croce e della morte salvifica di Cristo nel tempo liturgico della Quaresima e soprattutto nella Settimana Santa, centro di tutto l’anno liturgico, ma credo sia giusto vivere in realtà ogni Domenica, anzi ogni giorno, alla luce della offerta totale di Cristo in Croce. Le tante sofferenze e croci che tutt’oggi toccano le nostre famiglie e tutti gli uomini, non sono soltanto incidenti di percorso da vincere e superare, ma diventano così l’occasione per ciascuno di sentirsi partecipi dell’opera di Gesù. Come lui si è fatto uomo per condividere in tutto le nostre sofferenze così anche noi camminiamo verso di lui sentendoci chiamati a vivere, anche nelle nostre tribolazioni, l’alleanza eterna con Dio, quella che ci chiede di essere sempre più suoi veri figli, nella mente, nel cuore e nelle opere.


Nella foto, don Natale