Crema News - Educatori, come inquadrarli

Crema, 30 luglio 2021

Gli educatori, in queste settimane al centro di un dibattito sul loro inquadramento lavorativo, fanno sentire la loro voce.

"In relazione al dibattito comparso sui giornali a proposito della condizione lavorativa degli operatori sociali attivi nei servizi sociali del cremasco, vorremmo portare alla luce le nostre riflessioni in quanto collettivo di educatori.

Nella lettera inviata da Confcooperative e Legacoop sabato 24 luglio ai giornali, le centrali cooperative sostenevano che gli educatori fossero inquadrati correttamente rispetto alla mansione svolta e coerentemente rispetto ai patti di accreditamento.

La realtà è ben diversa. Nei patti di accreditamento viene richiesto l’educatore per svolgere la funzione di SAAP. Costui partecipa alla stesura del PEI e alla programmazione delle attività, favorisce la partecipazione dell’alunno in aula e nei laboratori, collabora con docenti e organi collegiali della scuola, opera per il potenziamento dell’autonomia dell’utente, partecipa alle attività scolastiche interne ed esterne alla scuola, partecipa agli incontri con tutti gli specialisti coinvolti allo sviluppo del progetto educativo.

Tale insieme di mansioni è quello associato all’attività dell’educatore, che il contratto nazionale distingue in D1 per l’educatore senza titolo e per l’assistente all’infanzia e in D2 per l’educatore con titolo (per identificare la figura dell’educatore professionale vedasi il DM 8/10/98 n°520 Art 1.1).

Dal momento che gli educatori svolgono la mansione di educatore professionale coerentemente con quanto espresso nelle linee guida e nella grande maggioranza sono in possesso di laurea o qualifica equipollente (Si veda la definizione di educatore professionale socio-pedagogico in Legge Iori, N°302 29/12/2017, in vigore dal 01/01/2018), ci chiediamo come le centrali cooperative possano affermare che sia tutto in ordine, quando una fetta di educatori risultano inquadrati contrattualmente come “assistenti all’infanzia”.

Inoltre ci teniamo a far notare che fino all’anno scorso il 50% degli operatori del cremasco risultavano ancora inquadrati con livello pari al C1 (animatore, attività ricreative) e solo grazie al problema sollevato dallo scrivente collettivo e alle iniziative sindacali sia iniziata una revisione degli inquadramenti.

Inoltre il problema dello sfruttamento degli educatori non si lega al solo inquadramento, ma, in molti casi, alle ore non frontali (art.47 Ccnl) che non vengono retribuite, alla banca ore che non viene specificata in busta paga (linee guida Ccnl), alla formazione che viene svolta senza continuità e spesso retribuita parzialmente, alla supervisione che è merce rara e quasi mai retribuita nonostante sia un’attività fondamentale per prevenire situazioni di burn out.

Confcooperative e Legacoop vantano i risultati di un welfare fondato sulla collaborazione tra enti pubblici e privato sociale, ma ci chiediamo: comprimere salari e condizioni di lavoro al ribasso, ai fini del contenimento dei costi, favorisce la qualità del servizio sociale? Noi crediamo di no".


Educatori per il futuro