Crema News - "Viene colui che è più forte di me" Don Natale Grassi Scalvini

Cremasco, 22 gennaio 2025

I Domenica ordinaria C​Battesimo di Gesù

 La Parola: ​​Is 40,1-5.9-11  Sal 103  Tt 2,11-14;3,4-7  Lc 3,15-16.21-22:

 Dal Vangelo secondo Luca​​Lc 3,15-16.21-22

 In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». 

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) L’altro giorno, cominciando a mettere in fila tutto quanto serve per il viaggio che stiamo preparando per andare in Perù la prossima estate, mi sono accorto che il passaporto è scaduto e quindi è da rifare da zero. Pensando alla festa di questa Domenica, il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano e al brano evangelico appena ascoltato, mi è venuto subito da pensare che per Gesù il battesimo da parte di Giovanni e soprattutto la voce che viene dall’alto è proprio come una specie di passaporto che gli permette di entrare a pieno titolo nel nostro mondo materiale ed essere anche fisicamente ascoltato dagli uomini.

Certo per noi l’invito ad ascoltarlo ha oggi un senso figurato: noi possiamo ascoltare la sua parola solo leggendo i vangeli e poi così possiamo mettere in pratica i suoi insegnamenti. Ma non dobbiamo assolutamente bypassare troppo in fretta l’evento fondamentale della nostra fede, l’incarnazione del Figlio di Dio: il Verbo eterno, che aveva parlato per secoli attraverso i profeti e sempre ha parlato e continua a parlare anche oggi con i segni della sua creazione,nella pienezza dei tempi ha fatto sentire la sua voce in modo umano agli uomini del suo tempo. 

Inutile far finta di niente. In realtà tutti avremmo un grande desiderio di poter davvero ascoltare ancora fisicamente il tono della sua voce e incrociare gli occhi con lo sguardo del Figlio di Dio. Ma sappiamo bene che in realtà non è l’ascolto materiale che fa la differenza tra chi crede e chi no, quanto piuttosto l’obbedienza della fede. Grazie alla testimonianza degli apostoli, trasmessa dagli evangelisti, la voce dal cielo risuona ancora oggi nella nostra assemblea e nel nostro cuore. La vera difficoltà è la nostra disponibilità ad accettare la presenza del Verbo eterno in mezzo a noi, visto che ormai siamo posseduti dalla potenza omnicomprensiva della moderna tecnologia e viviamo quasi sospesi in un eterno presente, con l’illusione di poter sempre cambiare tutto e subito nella nostra vita, magari grazie a qualche semplice aggiustamento estetico o chirurgico.

Non sappiamo più fermarci a guardare dentro di noi per riconoscere un vero desiderio di pienezza di vita e di eternità, essendo già troppo sazi delle nostre cose e del nostro benessere per desiderare il totalmente altro. Al massimo desideriamo sempre e solo di più e di meglio ma pensando solo ai beni materiali e consumabili, qui e adesso. Dopo i giorni stupendi delle feste natalizie, durante le quali avevamo il permesso anche di ubriacarci di gioia per la presenza immeritata del Figlio di Dio in mezzo a noi, adesso incomincia il tempo ordinario, quello della fatica quotidiana di riconoscere il Signore presente nella nostra storia personale e dell’impegno continuo nel cercare di conformare la nostra vita alla sua Parola.

Gesù ha tutte le carte in regola per poter parlare al nostro cuore e per trasformarci fin nel profondo, ma come abbiamo già notato, pregato e meditato nell’esempio di Maria, solo se c’è la nostra completa disponibilità e il nostro assenso convinto lui può fare cose meravigliose anche nelle nostre semplici giornate. Non dobbiamo spaventarci della piccolezze delle nostre opere buone e della vastità del male che ci circonda perchè ormai la vittoria di Cristo sul male e sulla morte è cosa fatta e la sua opera nel mondo, pur rallentata dalla superficialità e dalla cattiveria di tanti uomini e donne, procede sicura verso un futuro pieno di speranza di bene per tutta l’umanità. Non aspettiamo però il timbro dell’ufficialità o il passaporto buono per poter cooperare con le nostre opere al suo progetto d’amore.

Cominciamo subito a cercare nelle nostra case, partendo proprio dalle nostre famiglie, quelle azioni concrete di attenzione, cura e pazienza con cui realizzare già adesso quel regno di Dio che Gesù ha annunciato come presente nel mondo fin dagli inizi della sua predicazione appena dopo il battesimo ricevuto da Giovanni. Il tempo che la bontà di Dio mette ancora a nostra disposizione è il segno della grande fiducia che egli ha in ciascuno di noi, suoi figli, amati anche noi fin dall’eternità perché chiamati ad essere e a vivere come suoi figli adottivi in Gesù Cristo, nostro vero fratello, perché nato nella nostra carne mortalee nostro vero Dio perché ci attende per il compimento della sua promessa di vita eterna.