Dal territorio 06 agosto 2024

(MDA) La provincia di Cremona conta circa 352 mila abitanti e nel nostro territorio vengono allevati oltre 4,7 milioni di animali, che significa oltre 13 per ogni essere umano. Solo Mantova fa peggio di noi con 18 capi allevati per abitante. Entrando nel dettaglio della Banca dati nazionale dell’Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute, si scopre che a Cremona sono allevate 3,2 milioni di galline, 290 mila tacchini, quasi 900 mila suini e 308 mila bovini. I numeri, che tra l'altro sottostima l'effettivo numero di animali allevati, sono spaventosi e non c'è quindi da stupirci se negli anni, per poter smaltire l'enorme quantità di reflui, siano spuntati come funghi centinaia di impianti di biogas che sono diventati destinazione di moltissimi scarti provenienti anche da fuori Regione.

L'eccessiva concentrazione di reflui che causa il problema dei nitrati dovrebbe portare a una forte riflessione sul modello intensivo in quanto a essere interessata è anche la situazione delle acque sotterranee inquinate che negli anni non sta migliorando e, anzi, si sta aggravando il problema dell’eutrofizzazione delle acque superficiali..

Il tema non andrebbe sottovalutato anche per diversi altri motivi: i dati di Ispra evidenziano che l’ammoniaca, in Lombardia generata per l'85% proprio dagli allevamenti intensivi, in Italia è la seconda causa formazione delle polveri fini (Pm 2,5), le più piccole e più pericolose. L’inquinamento atmosferico degli allevamenti è associato a malattie da ostruzione delle vie aeree e a polmoniti gravi. In tutto il Paese, ogni anno si contano circa 50mila morti premature dovute alle polveri fini. Una recente ricerca dell’Università degli Studi di Milano ha inoltre evidenziato come colture come il mais e i cereali (che servono come mangime) sono legate alla concentrazione di pm 2.5 a causa dell’uso di fertilizzanti, mentre non lo è la coltivazione di riso.