
Dal territorio, 01 luglio 023
L’inchiesta sul Consorzio Casa Zero va avanti. Al momento sul registro degli indagati sono state iscritte sei persone: si tratta di Alberto Botter, 38enne fondatore e amministratore di fatto del Consorzio Casa Zero, Fabio Casarin, 48enne milanese legale rappresentante di diritto della società e Massimiliano Mattiazzo, 55enne trevigiano, libero professionista, con il compito di asseveratore. A loro si sono aggiunti anche altri tre professionisti (due ingegneri e un consulente del lavoro): il direttore dei lavori Andrea Pillon, 52enne di Conegliano, dell’asseveratore Giorgio Feletto, 40enne anche lui di Conegliano e di Daniela Pacelli, 55enne trevigiana.
Un buco da 12,4 milioni di euro con 622 creditori (60 cremaschi) a battere cassa. Sono i primi numeri relativi all’udienza per la liquidazione giudiziale del Gruppo Zero, azionista per quasi il 50% del Consorzio Casa Zero, realtà che si era occupata di effettuare i lavori di ristrutturazione di abitazioni private garantendo i benefici del Superbonus 110%. Lavori che, però, o non sono stati effettuati o sono stati lasciati a metà, creando un effetto a catena che ha mandato in tilt la società di Nervea della Battaglia e tutte quelle a lei collegate e che ha lasciato centinaia di committenti con il cassetto fiscale svuotato e l’abitazione da ristrutturare ancora in alto mare. Con lo spettro che l’Agenzia delle Entrate, a conti fatti, finisca per chiedere a loro il mancato incasso da parte dello Stato. A scaglioni di 150 ogni ora e mezza, il giudice Bruno Casciarri ha ricevuto il 20 giugno tutti coloro che hanno presentato l’insinuazione nello stato passivo.
Presente anche il liquidatore giudiziale Danilo Porrazzo. Si tratta di ex dipendenti, fornitori e singoli cittadini che si erano affidati al Gruppo Zero. Dei 18 milioni di euro di richieste di insinuazione, 5,6 sono stati rigettati perché presentati contro il Consorzio.
I truffati chiedono che venga disciplinata la tutela dei soggetti committenti dei lavori» e che le istituzioni diano delle risposte a chi si è affidato a Casa Zero “Sia per poter sistemare il proprio cassetto fiscale, sia per poter concludere i lavori nelle proprie abitazion. Il comitato si è riunito per difendere questo gruppo di cittadini - ha sottolineato l’avvocato Giovanni Bonotto - che sono vittime di un’enorme truffa. I contratti sono stati fatti firmare anche quando era evidente che la situazione era ormai irrecuperabile.
“ Purtroppo siamo sicuri che entro otto anni l’Agenzia delle Entrate verrà a bussare alle nostre porte - ha dichiarato uno degli appartenenti al comitato, Adriano Micoli. - Abbiamo bisogno di una salvaguardia da parte del governo che ci tuteli su questo fronte”.