Crema News - La riflessione

Domenica, 30 maggio 2021

Domenica della Santissima Trinità

La Parola: Dt 4,32-34.39-40 Sal 32 Rm 8,14-17 Mt 28,16-20:

+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».



Continuiamo in questi giorni la nostra visita alle famiglie portando la benedizione pasquale e pur ricordando sempre innanzitutto la buona accoglienza che ci viene offerta dai parrocchiani mi sembra giusto ricordare anche i pochissimi che, in modo educato e rispettoso, han rifiutato cortesemente la preghiera e la benedizione pasquale. Anche se si contano sulle dita di una mano penso sia giusto lasciarci interrogare anche da questi atteggiamenti contrari a un gesto tradizionale così gradito e interpretato da quasi tutti in modo positivo. Anche le ultime parole di Gesù che abbiamo ascoltato nel vangelo di oggi, che tra l’altro chiudono anche l’intero Vangelo di Matteo, sono normalmente interpretate da tutti noi in modo abbastanza univoco: Gesù promette ai suoi discepoli, e a tutti quanti crederanno in lui per il loro annuncio e la loro testimonianza, una presenza e una vicinanza che diventa aiuto e sostegno non solo nell’impegno missionario ma in tutta la vita del cristiano. Probabilmente chi rifiuta i gesti della fede potrebbe interpretare le stesse parole in modo esattamente contrario, come se Gesù minacciasse la sua presenza incombente come di un controllore e di un giudice sempre presente e attento a cogliere in fallo e a castigare quanti non ascoltano la sua parola. Non voglio esagerare ma qualche volta mi viene il sospetto che anche per noi, fedeli seguaci del Figlio di Dio, anche se impegnati a vivere secondo il suo insegnamento ed esempio, queste parole possono risultare non gradite. Proprio come se anche noi preferissimo che il Signore se ne stesse un po’ di più lassù in cielo e ci lasciasse la facoltà di condurre la nostra vita quotidiana secondo le nostre convinzioni e consuetudini, per intenderci secondo quel buon senso comune che ci fa sentire molto bene e tranquilli, perfettamente integrati nel nostro mondo e nella sua mentalità, ma che purtroppo è tante volte lontano dallo stile del cristiano proposto da Gesù. La sottile convinzione che in realtà sappiamo più noi che cosa sia il vere bene per la nostra vita, di quanto ci chiede e ci offre Gesù, credo che guidi tante nostre scelte e i comportamenti concreti della nostra vita. Penso allora che non ci faccia male fermarci ogni tanto a riflettere e a pregare su quanto davvero desideriamo che il Signore ci sia sempre accanto e non solo come aiuto nei momenti in cui abbiamo difficoltà o siamo nei pasticci, ma soprattutto come guida e maestro che ci suggerisce le parole e le opere concrete per rendere presente il suo amore nel nostro tempo e verso i nostri fratelli. La festa della Santissima Trinità, nel cui nome tutti siamo stati battezzati e siamo diventati figli di Dio per adozione, ci conferma in pienezza nella certezza che davvero il Signore non ci abbandona mai ed è sempre pronto a sostenere la nostra buona volontà di fare il bene, di essere il completamento della sua opera di salvezza per il mondo attraverso l’amore che riusciamo a trasmette quotidiana- mente con le nostre parole ed opere.

(Sul mio canale youtube trovate il video della riflessione: https://youtu.be/NLu3UWLTGWQ ) 


Nella foto, don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione