
Crema, 14 luglio 2024
Senza casa. Sono una trentina di persone che non hanno dove andare la sera a dormire, a mangiare, a lavarsi. Sono un piccolo gruppo silenzioso, che sta ai margini della società e che nessuno vede e tanto meno vuole aiutare. A cominciare da chi, invece, dovrebbe farlo. Vuoi per difficoltà, vuoi per mancanza di fiducia (da ambo le parti), i problemi restano insoluti. E tutti in capo a questa gente. Che ha difficoltà a mettere insieme la giornata e la notte. Adesso qualcuno ha rotto il silenzio. Lo ha fatto l'altra mattina, sotto la regia di Alex Corlazzoli, maestro e giornalista che ha portato in piazza Duomo quattro persone senza casa che hanno raccontato la loro storia, i loro enormi problemi quotidiani, distanti dalla quotidianità che tutti noi conosciamo.
Mangiare, lavarsi, dormire. Esigenze primarie eppure così difficili.
Mangiare è possibile alla Caritas o grazie a qualcuno che, qualche volta ti dà una mano.
Lavarsi diventa difficile perché alla Caritas c'è una doccia sola e in fila sono in tanti. Una volta c'erano le docce pubbliche. vicino allo Zurla: chiuse da tempo. Dormire, per sei mesi l'anno, da novembre ad aprile, c'è il rifugio S. Martino, ma per gli altri sei mesi c'è lo stabile ex ristorante lo Scoglio, in viale S. Maria, dove però la notte succede di tutto.
Sono una ventina le persone che lì trovano un giaciglio, ma da un po' di tempo sono bersaglio di una baby gang. "Sono quasi tutti stranieri - racconta Gianluca, 52 anni geometra. - Hanno rotto tutti i vetri, ci tirano sassi, ci minacciano e ci insultato. Qualcuno di noi ha già avuto danni ed è dovuto ricorrere al pronto soccorso".
Gianluca ha una storia triste: "Sono geometra e avevo un lavoro. Un giorno ero fuori sede e mi hanno comunicato che mia mamma stava morendo. Sono corso al suo capezzale. Il contratto non mi è stato rinnovato, mia mamma è morta, ho dovuto lasciare la casa perché l'affitto era a suo nome e mi sono ritrovato per strada, con l'assurdo che ogni volta che mi chiamano per un lavoro non posso dare una residenza e non mi assumono".
Con lui c'è Amedeo che dorme sotto i portici di piazza Duomo. Si può vederlo su una panchina. Mangia grazie all'aiuto di qualcuno o passa alla Caritas dove, due volte la settimana può fare una doccia. Anche lui ha avuto offerte di lavoro che sono state ritirate quando si è saputo che non aveva casa.
Infine, la coppia che la notte vive separata e di giorno vaga per la città, cercando qualcosa per mantenersi.
"Chiedo un po' di attenzione per questa gente senza voce - ha concluso Corlazzoli - il comune faccia in modo di dare loro una mano concreta, non solo parole".