Crema, 18 settembre 2024
Il parroco di S. Bernardino, don Lorenzo Roncali conferma la vendita di villa Martini. E c'è già chi ha mostrato interesse ad acquistarla.
La storica villa, costruita alla fine del '700 da Luigi Martini, celebre cremasco senatore del regno dopo l'unità d'Italia, è ridotta malissimo e per sistemarla servono davvero molti soldi. La decisione di vendere arriva perché purtroppo la parrocchia non ha a disposizione una cifra così elevata e quindi le ipotesi erano due: o aspettare che la storica villa crolli o venderla con la certezza che il nuovo proprietario riesca a risanarla. E' stata scelta questa seconda soluzione.
Inoltre viene sottolineato che la decisione è passata attraverso il consiglio pastorale.
La persona interessata all'acquisto deve avere la forza economica per riportare l'antica villa al suo splendore iniziale
Tuttavia, la vendita non sarà immediata in quanto l'acquirente deve attendere che si esauriscano tutti i passaggi per arrivare al rogito e si ritiene che i tempi non saranno brevi, in quanto ci sono di mezzo la Soprintendenza e poi il comune. Ricordiamo che l'ultima destinazione della villa era a oratorio, quindi in comune sarà necessario effettuare un cambio di destinazione d'uso per renderla abitabile.
Inoltre c'è il problema dell'ingresso.Sarà necessario prevedere un'entrata da via Martini e un passaggio pedonale da via Monte Santo.
In quanto al costo dell'operazione, non viene comunicato, anche se si pensa che non si possa arrivare a una cifra molto alta, visto lo stato attuale dello stabile. Infatti, la villa è in condizioni molto critiche perché fino a qualche tempo fa era agibile il solo piano terreno, trasformato a cucina per il confezionamento dei tortelli. Da qualche anno lo stato di ammaloramento si è aggravato e non è più possibile entrare, in quanto c'è il pericolo di crollo. Recentemente la parrocchia ha dovuto spendere 50mila euro per mettere una copertura in plastica provvisoria sul tetto per evitare ulteriori infiltrazioni d'acqua che avrebbero reso ancor più precario il suo stato.