Crema, 10 gennaio 2025
Sulla fusione A2A-Lgh riappare le spettro della Corte di Conti. Fino a oggi tutto sembrava essere finito nel dimenticatoio, ma la chiamata a giudizio notificata gli scorsi giorni al sindaco di Seregno, coinvolto in una caso gemello a quanto successo a Crema, riporta i riflettori sulla questione dell'eventuale danno erariale causato dall’operazione A2a/Lgh.
Facciamo un passo indietro. Nel 2021 la Guardia di Finanza per conto della procura generale aveva chiesto chiarimenti ai comuni di Cremona, Crema, Lodi e Pavia circa il percorso avallato anche dalla giunta Bonaldi per la fusione tra Linea Group (Lgh) e il colosso milanese A2A. Nella comunicazione inoltrata in quei giorni agli organi consiliari della città capoluogo della nostra provincia, oltre che a sindaco e agli assessori, anche ai consiglieri comunali che avevano votato favorevolmente all’operazione, il procuratore aveva ribadito: “ … ritenendo gli stessi tutti, salvo eventuali diversi esiti derivanti dagli approfondimenti istruttori in corso, responsabili del danno patrimoniale derivato al comune di Cremona, alla società Aem Spa (partecipata al 100% dal comune di Cremona) e alla società Linea Group Holding Spa, dall'aver consentito in assenza di confronto concorrenziale l'operazione di partnership relativa a Linea Group Holding tra A2A Spa e AEM Spa”.
Nella comunicazione venivano inoltre indicate le altre ex municipalizzate che partecipavano in Lgh per conto dei Comuni di Crema (Cremasca Servizi), Pavia, Lodi e Rovato. Si trattava dell’ennesima puntata di una contesa sollevata ai tempi dai pentastellati cremaschi, che contestavano la legittimità dell’operazione che riguardava asset pubblici, e che aveva trovato riscontro da parte dell’Anac e successivamente da due decisioni del tribunale amministrativo regionale. Nel frattempo a Seregno, il Consiglio di Stato confermava l’annullamento dell’operazione speculare avvenuta in Brianza e che interessava la ‘partnership’ tra A2A e AeB, società a partecipazione pubblica dei comuni brianzoli.
Tra le motivazioni portate come prova anche il parere che l’Anac aveva rilasciato nel 2018 e che stroncava l’analoga l’operazione in salsa cremasca. Ora è il turno della Corte di Conti che torna alla carica riportando nuovamente nella motivazione di contestazione del danno erariale comunicata al primo cittadino di Seregno in quota Pd, stimata in circa 40 milioni di euro, la sentenza che l’ente nazionale anti corruzione e trasparenza aveva messo nero su bianco nel 2017 per stroncare quanto avvallato anche dagli amministratori cremaschi: “La condotta contestata ai convenuti consiste nell’aver indebitamente permesso, tramite una complessa operazione societaria, l’integrazione di A&B con A2A senza gara e a condizioni svantaggiose per A&B, peraltro cedendo a A2A il controllo di fatto sulla partecipata pubblica (… ) alla denuncia erano allegati un parere dell’Anac, espressosi sulla analoga fusione tra A2A e la società Linea Group Holding Spa - anch’essa società in totale partecipazione pubblica - che si era perfezionata pochi mesi addietro.
Il parere n. 172 del 21 febbraio 2018 in questione [doc.1, pag. 23-41] rimarcava la necessità che l’avvenuta operazione di acquisizione del 51% di quote di Lgh fosse preceduta da una gara europea per la individuazione del soggetto privato che offrisse condizioni più vantaggiose, stigmatizzando, invece, la scelta diretta del partner privato, fondata su una millantata e non riscontrabile infungibilità del soggetto economico con cui svolgere la fusione”.
Parole che evidenziano il fatto che il caso cremasco è ben noto alla procura della Corte dei Conti e che quanto successo nel nostro territorio ha costituito un precedente (in negativo) non di poco conto. Non è il solo macigno caduto sull’operazione. La scorsa estate, il comune di Lodi, dopo una valutazione fatta dai propri uffici ha preso atto della cessazione per effetto di una norma di legge del contratto di gestione dei rifiuti attivo con Aprica spa, che nei vari passaggi societari conseguenti all'operazione a2a/lgh avrebbe ‘ereditato’ senza gara ad evidenza pubblica un servizio ai tempi affidato ad una società in-house (ASTEM). Ma non finisce qui. Secondo voci di corridoio, ci sarebbe del fermento anche sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti per il territorio cremasco. Un nuovo consorzio pubblico, accompagnato dal motto ‘contrordine compagni, ci siamo sbagliati!’ , sarebbe al lavoro per farsi trovare pronto alla scadenza degli attuali affidamenti del servizio per riprendersi quanto ceduto qualche anno fa.