Crema News - Baby rapinatore, il giudice lo manda in comunità

Crema, 21 ottobre 2022

Da eroe del dirottamento del pullman a rapinatore, con condanna a restare un anno di comunità e l'esortazione a una condotta riparatoria, una volta tornato a casa.

Questa la genesi di un giovane, ancora oggi minorenne, salito agli onori della cronaca più volte, ma per fatti diametralmente opposti. Nel 2019 era stato tra i ragazzi presi in ostaggio da Ousseynou Sy sul pullman che avrebbe dovuto andare a schiantarsi sulle piste dell'aeroporto di Linate, ma aveva contribuito, insieme ad altri coraggiosi ragazzi, ad avvisare le forze dell'ordine di quanto stava succedendo, permettendo un loro rapido intervento che aveva avuto come esito un felice epilogo della drammatica vicenda. Per mesi, insieme ai suoi compagni di avventura aveva ottenuto inviti a cerimonie ed eventi. Poi, quando le luci si sono spente, il giovane che oggi ha 17 anni, ha preso una strada pericolosa che lo ha portato a commettere errori in serie, l'ultimo dei quali gli ha aperto le porte di una comunità di recupero.

E la goccia che ha fatto traboccare il vaso è datata fine marzo 2022. Siamo in piena fiera di S. Maria, nello spazio dedicato al Luna Park, quando un gruppo di giovani capeggiati da questo ragazzo, tutti minorenni, decidono di prendersela con un quattordicenne. Lo attorniano, gli rubano il cappellino e alla sua ribellione al sopruso, comincia il pestaggio.

"Lo hanno colpito con calci e pugni, picchiandolo selvaggiamente mentre era a terra inanimato e per fortuna qualcuno ha visto e quindi gli aggressori sono scappati, altrimenti mio figlio sarebbe stato ammazzato di botte. Tutto per un cappellno". E' la testimonianza del padre del ragazzo menato che ha raggiunto poco dopo il figlio a terra, sanguinante e l'ha fatto ricoverare. "I ragazzi presenti al pestaggio sono stati identificati - continua - ma non tutti sono stati considerati responsabili di quanto accaduto", conclude l'uomo.

"Non abbiamo potuto presentarci come parte civile - dice Corrado Locatelli, avvocato della parte lesa - e quindi non abbiamo avanzato alcuna pretesa".

Così ieri mattina il 17enne è comparso davanti al giudice del tribunale dei minori. A giudizio c’era solo lui. "Abbiamo scelto il rito immediato - dice Paolo Sperolini, avvocato del ragazzo salito sul banco degli imputati - perché è necessario chiudere questa brutta vicenda in fretta".

Al termine dell’udienza il giudice ha decretato la messa in prova del ragazzo e lo ha 'condannato' a restare nella comunità che lo ha in custodia da qualche mese, ancora per un anno e poi lo ha 'invitato' a una condotta riparatoria, quando rientrerà a casa.