Crema News - Ai confini della guerra

Crema , 25 gennaio 2023

(Valentina Ricciuti) In Transnistria, un territorio confinante con l’Ucraina a 100 km da Odessa, con il cuoco Lorenzo Valsecchi e il camionista Lennon Daffara.

I due ventiseienni hanno deciso di trasformare la loro passione per i viaggi in una raccolta di video pubblicati sul loro canale YouTube “Car travellers”: una testimonianza diretta e senza filtri di quello che succede in altri Stati del mondo. 

Racconta Lorenzo: “Amiamo muoverci verso quei paesi poco conosciuti e dove pensiamo che la realtà raccontata sia un po’ edulcorata. Il nostro scopo è quello di portare un racconto diverso e senza schemi prefissati. Siamo appena rientrati dalla Transnistria, un paese poco conosciuto e che è coinvolto storicamente con quello che sta accadendo nel conflitto russo-ucraino.”

La Transnistria, è uno stato separatista filorusso che conta circa 500mila abitanti, che vivono in una striscia strettissima lunga 200 km tra Moldavia e Ucraina. Racconta Lennon: “Il nostro viaggio on the road è durato cinque giorni. Tre notti le abbiamo trascorse a Chisinau capitale della Moldavia, mentre in Transnistria, abbiamo soggiornato nella capitale Tiraspol. Se arrivi senza preavviso al confine puoi comunque visitare con un visto di dieci ore, ma per poter rimanere devi mostrare in dogana la prenotazione dell’albergo.”

Lennon ci sono ‘segni’ della guerra che sta devastando il territorio ucraino?

“Al momento la Transnistria non è stata interessata direttamente dal conflitto, pare che nei mesi scorsi un missile abbia danneggiato dei comandi radio ma niente di più. Gli abitanti vivono nel timore che il loro territorio possa essere nuovamente al centro di una guerra, come nel 1992 per ottenere l’indipendenza dalla Moldavia. Hanno paura che la Moldavia tenti di riprendere il controllo del territorio. 

Di fatto - aggiunge Lorenzo - abbiamo visitato uno Stato che non è ufficialmente uno Stato poiché la comunità internazionale non l’ha ancora riconosciuto ma che ha il suo parlamento e la sua moneta e che, a differenza di molti racconti ascoltati online, consente ai suoi abitanti di muoversi facilmente al di fuori dei confini. Per un transnistriano è semplice ottenere un passaporto moldavo o russo.” È semplice per un turista visitare la Transnistria?

“Non ci sono circuiti Mastercard o Visa - sottolinea Lorenzo - per cui le nostre carte di credito non funzionano. La cosa migliore è cambiare i Lev moldavi nei loro rubli transnistriani e usare soltanto i contanti. La moneta locale è l’unica accettata. Il costo del carburante e del gas è inferiore poiché, a differenza dell’Italia, vengono ancora riforniti dalla Russia. Lo stipendio medio è di 200 dollari al mese ma, nonostante ciò, il parco auto ci sembrava migliore rispetto ad alcune zone della Russia che abbiamo visitato e della Moldavia. La società più importante del Paese è la Sheriff, una vero è proprio impero aziendale costruito da due ex funzionari del KGB e che comprende catene di supermercati, benzinai, hotel, telecomunicazioni, banche, assicurazioni, l’omonima squadra di calcio che ha recentemente affrontato in Champions League l’Inter e il Real Madrid.”Il posto è sicuro? Avete avuto problemi nella realizzazione delle riprese video?

“Poco fuori Tiraspol - continua Lennon - dopo essere stati fermati in un posto di blocco ci hanno portato in caserma per un controllo, ma non abbiamo subito nessun tipo di pressione da parte delle autorità locali. Il centro della capitale è grande quanto un paesino (molto curato in stile russo) mentre fuori la periferia è molto lasciata andare. Parlando con diversi abitanti abbiamo avuto conferma che è un posto tranquillo e in effetti muovendoci non abbiamo percepito nessun pericolo. Ci sono più probabilità di essere rapinati in periferia a Milano che in Transnistria.”

Tornando alla guerra in Ucraina. Come valutano la situazione gli abitanti, Lorenzo?

“Non danno la colpa ai russi, non vedono colpe in Putin. Ci hanno raccontato che la gente del Donbas e di altre zone a sud est dell’ucraina sono come loro: si sentono russi e si sentono aggrediti.”

Continua Lennon: “Come nel ’90 entrò la Russia per difendere la Transnistria, così adesso la Russia, dal loro punto di vista, è entrata per difendere la popolazione del Donbas perché vuole essere russa: rivedono lo stesso meccanismo che hanno vissuto e vedono i russi come i loro salvatori. Non si sentono uno stato indipendente ma vorrebbero essere annessi alla Russia. Questo sentimento sembra il più diffuso.” Con la Moldavia ci sono tensioni?

“Per quanto riguarda i conflitti etnici non abbiamo mai notato né in Moldavia né in Transnistria che ci sia odio tra le persone, tra moldavi e transnistriani russofoni: la tensione è più tra i governi che tra i popoli che invece vivono in pace.” È stato semplice uscire dalla Transnistria? Avete avuto problemi con il visto?

“Nessun tipo di problema nemmeno al rientro - continua Lennon - Cosa ben diversa ci era successa al rientro dal Kosovo, via Serbia, dove è successo di tutto. Lorenzo aveva nascosto un souvenir: una toppa dell’Uck, organizzazione militare di liberazione Kossovara: in effetti, ripensandoci, eravamo nel torto eticamente a voler portare un souvenir del genere e loro si sono legittimamente arrabbiati e gli han dato fuoco davanti ai miei occhi. La guerra è ancora una ferita scoperta e per chi l’ha vissuta quello non era semplicemente un pezzo di stoffa. Poi hanno capito che non eravamo terroristi ma dei turisti sprovveduti e ci hanno lasciato andare, però l’abbiamo vista davvero brutta.” 

A breve sul canale Car Travellers verrà pubblicato il video del viaggio in Transnistria;

Al seguente link il viaggio in Kosovo: https://www.youtube.com/watch?v=quA7SlpmgDU


Nella foto, Lorenzo Valsecchi e Lennon Sraffa