Casaletto Vaprio, 01 marzo 2024

(Gianluca Maestri) Taglio del nastro e benedizione, nella tarda mattinata di oggi, per la Casa Arcobaleno, struttura d’accoglienza per persone Lgbtqia+ (la prima in provincia di Cremona, la quinta in Lombardia) che a causa del loro orientamento sessuale e per motivazioni varie, vivono una condizione di svantaggio e di estrema fragilità. 

Ricavata in una villetta di via delle Tre Venezie confiscata dallo Stato alla malavita organizzata e poi ceduta al comune di Casaletto Vaprio, la Casa Arcobaleno ha vissuto poche ore fa la seconda inaugurazione della sua giovane storia dopo quella del settembre scorso. Inaugurazione che stavolta, terminati i lavori di efficientamento energetico e di eliminazione delle barriere architettoniche, segna l’avvio del progetto sociale vero e proprio per il quale è nata. Ad attuarlo sono l’Arci di Ombriano guidato dal presidente Alessio Maganuco e La Casa di Ale presieduta da Paola Freddi, vertici di una vasta rete sociale e solidale che ha coinvolto istituzioni, associazionismo e volontariato perché, come ha detto Maganuco stesso nel suo intervento, “Un progetto del genere si sarebbe potuto attuare solo se attorno ci fosse stata un’ampia rete sociale”.

“Già dalle prossime settimane -ha spiegato a margine della cerimonia inaugurale Sabrina Ferrari, coordinatrice educativa della Casa Arcobaleno- saremo pronti a partire. La struttura potrà accogliere fino a cinque persone per un periodo massimo di un anno nel quale questo sarà per loro un luogo sicuro dove potranno ridefinire la progettualità delle rispettive vite, uscendo da una condizione di grande fragilità”.