Crema, 11 dicembre 2024

(Bernardo Zanini) Nella magnificenza della Cattedrale sabato scorso si è onorata la memoria di Sant’Ambrogio.

La presidente dell’ordine degli architetti per la provincia di Cremona, Marta Visone, ha spiegato che sono stati trovati dall’architetto Emilio Gussalli durante gli scavi a Palazzo Pignano nel 1909, 9 sculture risalenti alla prima basilica, costruita al tempo di Sant’Ambrogio del IV e V secolo, illustrandone i pregi e l’unicità, la scultura col volto di Sant’Ambrogio scolpito sopra il portale del Duomo del X/XI secolo e quindi ha descritto l’affresco dipinto nel 1345 sulla facciata del Duomo, con Sant’Ambrogio al centro quale patrono della Lombardia con accanto sulla sinistra Luchino Visconti e sulla destra il vescovo di Novara e arcivescovo di Milano Giovanni Maria Visconti, cancellate dalla serenissima nel 1486. Chiudendo la presidnete, ha spiegato dove era posizionato l’altare dedicato a Sant’Ambrogio, cioè era il primo della navata di mezzogiorno a destra della porta principale, e venne sostituito dai Veneziani nel 1449, dedicandolo al Santissimo Crocifisso miracoloso, fino al 1456 quando l’altare fu dedicato a San Marco.

Nel territorio cremasco vi erano cinque chiese dedicate a Sant’Ambrogio, Casaletto Vaprio, Credera, Pianengo, Bagnolo e Torlino Vimercati.

Sant’Ambrogio dal 374 oltre che di Milano, era il vescovo delle genti che vivevano tra le alpi e gli appennini, prima ancora che vennero istituite le diocesi di: Piacenza, Cremona, Lodi e Crema. Due figure di santi dominarono quei tempi, evangelizzando i primi cristiani, San Martino nato tra il 317 e il 318, era il santo dei nostri contadini e ben appunto Sant’Ambrogio vescovo metropolita, nato nel 340 e tutti e due i santi vescovi spirarono nel 397. Monsignor Zavaglio scrisse quali furono le origini del cristianesimo nel cremasco, che iniziarono sul finire del III secolo.

Pietro da Terno 1476/1453 e Alemanio Fino 1510/1584, gli antichi storici e coevi ai fatti, sono coloro che hanno scritto di Crema e del cremasco, descrissero il ritrovamento in piazza Duomo, di una lapide sepolcrale su cui era inciso l’anno 315, oltre a innumerevoli altri sepolcri, accanto alla chiesetta primigenia ove sorse poi il Duomo cittadino. Per opera di chi e da dove giunse il cristianesimo nel cremasco? Monsignor Zavaglio suggerisce che giunse da Milano, che dal 285 al 404 era la capitale dell’impero romano d’occidente e residenza imperiale, ivi in seguito furono create le diocesi di Piacenza, con il suo primo vescovo San Vittore, dal 340 al 380, la diocesi di Cremona con San Creato primo vescovo, nella seconda metà del IV secolo, Lodi con il suo primo vescovo San Bassiano dal 375/381/409 e nel 1580 Crema con Gerolamo Diedo primo vescovo.

Questa lapide sepolcrale con inciso 315, richiama il famoso editto di Costantino, promulgato nel 313 da Milano, ove poneva termine alle persecuzioni verso i cristiani ed elevava il cristianesimo a religione di stato. Perciò dal 313 si ebbe il primo vescovo a Milano, San Mirocle e nel tempo compreso tra il 314 e il 355, succedettero nella pianura padana, quali metropoliti per i primi cristiani nell’ordine: San Materno, San Protasio ed Eustorgio I. Nell’alto medioevo il capoluogo del cremasco era Palazzo Pignano, fondato da Piniano e da Santa Melania Giuniore, erano nobili e ricchissimi romani. S. Melania ebbe il titolo di senatrice, visse e spirò tra il 383 e il 439. Anche Piniano era di stirpe romana e possedeva immensi territori, fino a quando abbracciando la religione cristiana, decisero di donare tutti i loro averi ai poveri e di innalzare sacri templi, chiese, basiliche e santuari. In quel torno di tempo il cremasco occidentale era sotto la diocesi di Piacenza, e Piniano e S.Melania nel 417 fecero una donazione al vescovo San Savino e fù così che si ebbe la prima chiesa documentata nel nostro territorio e fu fondato Palazzo Pignano.